
Avv. Daniele Majori
00197 Roma, RM
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Chi sono
Avvocato amministrativista. Opera in tutti e settori del diritto amministrativo e, prevalentemente, nel settore degli appalti pubblici, del diritto delle comunicazioni elettroniche e della radiotelevisione, del diritto ambientale, del pubblico impiego, dell'urbanistica, dell'edilizia e delle espropriazioni per pubblica utilità. Già vincitore del Premio Marco Vitucci, assegnato dalla Società Italiana degli Avvocati Amministrativisti al miglior giovane amministrativista a seguito degli esami di Avvocato nella Corte d’Appello di Roma.
Le mie competenze
- Amministrativo
- Amministrativo
- Appalti pubblici
- Authority ed Ambiente
- Contratti
- Lavoro in Pubblica Amministr.
- Recupero crediti
- Urbanistica edilizia

Contatti
Roma, RM
Via Alberto Caroncini, 2 - 00197
Dicono di me
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Altre informazioni
» Titoli scientifici:
Master di II livello in Diritto dell'Ambiente conseguito presso l'Università "La Sapienza" di Roma.
» Ha una esperienza prevalentemente in:
Diritto Amministrativo.
» Ha i seguenti Onori e Riconoscimenti:
Premio Marco Vitucci, assegnato dalla Società Italiana degli Avvocati Amministrativisti al miglior giovane amministrativista a seguito degli esami di Avvocato nella Corte d’Appello di Roma.
» Data e luogo di nascita:
Nato il 21/02/1981
Le mie pubblicazioni
Lavoro > Lavoro in Pubblica Amministr.
Per avvocati e giuristi > Processo amministrativo
- L’art. 34, comma 3, c.p.a. deve applicarsi in via restrittiva, soltanto allorquando la domanda risarcitoria sia stata proposta nello stesso giudizio, oppure quando la parte ricorrente dimostri che ha già incardinato un separato giudizio di risarcimento o che è in procinto di farlo. (Sentenza)
- Il termine d’impugnazione decorre dalla conoscenza della portata dispositiva dell’atto, eventualmente attestata dall’istanza di accesso corredata dagli estremi dell’atto autorizzatorio successivamente gravato. (Sentenza)
- E’ inammissibile (e non sanabile ex art. 156, comma 3, c.p.c.) il ricorso in appello senza il deposito della prova dell’avvenuta notifica, da effettuarsi nel termine di 30 giorni dal tempo dell’ultima notificazione. (Sentenza)
- La domanda di risarcimento dinanzi al giudice amministrativo è proponibile anche in difetto di previa domanda di annullamento dell’atto lesivo, e, nel regime anteriore all’entrata in vigore del c.p.a., tale azione è validamente proposta entro il termine quinquennale di prescrizione ai sensi dell’art. 2947 c.c. (Sentenza)
- Nel giudizio di ottemperanza, la scelta delle modalità per raggiungere il risultato è riservata al giudice, nell’ambito dei confini segnati dal giudicato, e non è vincolata dai suggerimenti e dalle richieste di parte. (Sentenza)
- Il Consiglio di Stato ribadisce le condizioni di ammissibilità del ricorso cumulativo nel processo amministrativo e ne spiega diffusamente la ratio. (Sentenza)
Pubblica amministrazione > Amministrativo
- Il diritto d’accesso ha natura astratta o acausale, sicché può essere fatto valere senza che l’Amministrazione (o il controinteressato) possa sindacare nel merito la fondatezza della pretesa o dell’interesse sostanziale cui quel diritto è correlato e strumentalmente collegato. (Sentenza)
- Tre principi espressi dal Consiglio di Stato in tema di accesso ai documenti amministrativi. (Sentenza)
- Sulle ipotesi in cui può diventare superflua la comunicazione di avvio del procedimento. (Sentenza)
- La motivazione incompleta di un provvedimento amministrativo non può essere integrata mediante gli argomenti difensivi dedotti nel processo avverso il medesimo atto. (Sentenza)
- La domanda di accesso ai documenti amministrativi non può essere sproporzionata rispetto all’effettivo interesse conoscitivo del soggetto richiedente. (Sentenza)
Pubblica amministrazione > Appalti pubblici
- Anche in tema di contratti pubblici, se, nel momento in cui entra in vigore la norma astrattamente applicabile al regolamento contrattuale, continuano a prodursi le conseguenze giuridiche collegate al contratto stipulato antecedentemente, la norma sopravvenuta diventa applicabile al rapporto. (Sentenza)
- L’eventuale esistenza di ragioni idonee a determinare la “unicità” di un determinato prodotto e a giustificare il conseguente ricorso alla procedura negoziata senza pubblicazione del bando, deve essere rigorosamente motivata in concreto, in modo espresso ed immune da vizi logici. (Sentenza)
- Anche per le concessioni di servizi deve ritenersi ammessa la facoltà dei concorrenti di riunirsi in associazione per soddisfare i requisiti di partecipazione ovvero di avvalersi di altri soggetti per conseguire lo stesso effetto. (Sentenza)
- E’ tempestiva l’impugnazione dell’aggiudicazione effettuata nel termine di decadenza decorrente dalla data in cui il ricorrente è posto nelle condizioni di sindacare con completezza le scelte dell’Amministrazione. (Sentenza)
- Carenze documentali (nella specie, referenze bancarie) e tassatività delle cause di esclusione. (Sentenza)
- Informative prefettizie antimafia: modalità di acquisizione, sindacato giurisdizionale e differenze rispetto alle certificazioni antimafia delle Camere di Commercio. (Sentenza)
- E’ da ritenersi legittimo il bando di gara che, in considerazione delle specifiche caratteristiche del mercato oggetto della procedura concorsuale e al fine di assicurare una maggiore concorrenza, non ammetta la partecipazione in r.t.i. di due o più imprese che siano in grado, “uti singulae”, di soddisfare i requisiti economici e tecnici richiesti. (Sentenza)
- L’affidamento “in house” non è una fattispecie contrattuale eccezionalmente sottratta all’applicazione del diritto comunitario degli appalti e delle concessioni, ma è, al contrario, una fattispecie non contrattuale che, come tale, per sua stessa natura si sottrae al diritto comunitario degli appalti e delle concessioni. (Sentenza)
- Il Tar Lombardia affronta il tema del calcolo della soglia di anomalia, anche alla luce dell’art. 121 del DPR n. 207/2010. (Sentenza)
- La volontà di accedere all’avvalimento, con indicazione dell’impresa ausiliaria, deve essere manifestata al momento di presentazione della domanda di partecipazione alla gara. (Sentenza)
Pubblica amministrazione > Urbanistica edilizia
- Ai fini della determinazione degli oneri di urbanizzazione rileva non già l’immobile in sé considerato, bensì la tipologia economica dell’attività che in esso viene svolta. (Sentenza)
- La discrezionalità tecnica può essere sindacata dal G.A. eventualmente con il ricorso all’ausilio di un consulente tecnico, ma comunque nei limiti della verifica dell’iter logico argomentativo seguito dagli organi tecnici dell’Amministrazione. (Sentenza)
- Il vincolo archeologico posto su un’area non ne comporta l’inedificabilità assoluta, ma l’obbligo di verificare, da parte dell’Amministrazione preposta alla tutela del vincolo stesso, la compatibilità dell’intervento edilizio con le ragioni di tutela. (Sentenza)
- La vicinitas è criterio idoneo a legittimare l’impugnazione di singoli titoli edilizi, ma non può ritenersi sufficiente nel caso in cui oggetto di contestazione giudiziale sia la disciplina urbanistica, contenuta in uno strumento attuativo, di aree estranee a quelle di proprietà dei ricorrenti. (Sentenza)
- Il Tar Lombardia ricostruisce il regime di impugnazione giurisdizionale della denuncia di inizio attività (e della segnalazione certificata di inizio attività) e ritiene ammissibile ratione temporis l’azione di impugnazione diretta della DIA. (Sentenza)
- Anche nell’attuale quadro normativo, l’Amministrazione ha l’obbligo giuridico di far venir meno l’occupazione sine titulo e cioè deve adeguare la situazione di fatto a quella di diritto: essa o deve restituire i terreni ai titolari, demolendo quanto realizzato e disponendo la riduzione in pristino, oppure deve attivarsi perché vi sia un titolo di acquisto dell’area da parte del soggetto attuale po (Sentenza)
- Il Tar Campania si pronuncia sulla natura giuridica del silenzio serbato dall’Amministrazione intimata sulla richiesta di permesso di costruire in sanatoria. (Sentenza)
- Per il rilascio di titolo abilitativo edilizio, sussiste l’obbligo di acquisire il previo assenso dei comproprietari qualora i lavori edilizi siano da eseguirsi su parti comuni del fabbricato e si tratti di opere non connesse all’uso normale della cosa comune. (Sentenza)
- La scelta di non rendere edificabile a scopi residenziali il terreno del privato e di insediarvi, invece, strutture di interesse pubblico determina la costituzione di un vincolo sostanzialmente espropriativo sull’area. (Sentenza)
- Allorquando sia trascorso un notevole lasso di tempo tra la commissione dell’abuso e la risposta sanzionatoria, l’Amministrazione non può non considerare l’affidamento medio tempore maturato, tanto più laddove vi siano provvedimenti anche taciti con valore di assenso, o comunque si siano perfezionati gli effetti previsti dalla legge per l’esercizio legittimo di una determinata attività. (Sentenza)
- E’ astrattamente possibile che gli atti di un procedimento espropriativo siano automaticamente caducati per effetto dell’approvazione di un nuovo strumento urbanistico che imprima al fondo da espropriare una nuova tipizzazione incompatibile con quella che fonda l’espropriazione, ma soltanto se tale circostanza intervenga prima della adozione del decreto di esproprio. (Sentenza)
- Al proprietario del fondo vicino a quello sul quale sono state realizzate nuove opere va riconosciuto il diritto di accesso a tutti gli atti abilitativi, quando questi faccia valere l’interesse ad accertare il rispetto delle previsioni urbanistiche, trattandosi di posizione qualificata e non meramente emulativa o preordinata ad un controllo generalizzato dell’azione amministrativa. (Sentenza)
- L’Amministrazione comunale non può adottare provvedimenti sanzionatori di abusi edilizi prima di aver definito, con pronuncia espressa e motivata, il procedimento di concessione in sanatoria. (Sentenza)
- E’ necessaria la querela di falso per contestare il verbale redatto e sottoscritto dagli agenti e dai tecnici del comune a seguito di sopralluogo ed attestante l’esistenza di manufatti abusivi, poiché esso costituisce atto pubblico. (Sentenza)
- Quando la reiterata occupazione temporanea di beni disposta ai sensi dell’art. 88, co. 2, d.lgs. n. 42/2004 equivale, nella sostanza, alla loro espropriazione. (Sentenza)
Risarcimenti > Consumatori e risarcimenti
- L’avvenuta usucapione dell’immobile occupato illegittimamente dalla p.a. opera come limite temporale all’azione di risarcimento del danno esperita dal privato. (Sentenza)
- Sull’esclusione delle spese processuali dal risarcimento del danno per mancata aggiudicazione e, in generale, sulla commisurazione di quest’ultimo. (Sentenza)