La Cassazione ha ricordato che "L'art. 1935 cod. civ. dispone che "Le lotterie danno luogo ad azione in giudizio, quando siano state legalmente autorizzate", facendo espresso riferimento ai rapporti del giocatore con la lotteria, cioè con l'ente che gestisce il gioco autorizzato. Nulla autorizza ad estendere la medesima disciplina ai molteplici e variegati accordi che possono ruotare intorno al giocatore ed ai suoi compari, ma che non vengano ad assumere alcuna evidenza esterna, né alcun rilievo, nei confronti dell'ente organizzatore del gioco. Le leggi che regolano il gioco del lotto non contengono alcun accenno a tal genere di accordi e neppure formalmente prevedono la possibilità che la ricevuta della giocata sia intestata a più persone. L'eventuale intestazione plurima darebbe senz'altro luogo ad azione in giudizio, venendo ad istituire un rapporto diretto fra i giocatori e la lotteria. Ma la stessa regola non può valere per gli accordi meramente privati fra i giocatori, che si svolgono con modalità normalmente inidonee a fornire alcuna certezza in ordine ai relativi contenuti (non a caso è largamente controversa, nella specie, la stessa esistenza dell'accordo) ed avvengono sotto la spinta di motivazioni largamente influenzate da fattori irrazionali.".