Integra il reato di falso in atto pubblico l'annotazione «ora per allora» apposta sulla cartella clinica del paziente, essendo del tutto irrilevante la veridicità del contenuto della modifica. Precisato che la cartella clinica rappresenta un vero e proprio "diario" contenente tutti i fatti clinici correlati alla malattia del paziente, la falsità punibile si estende anche alle annotatazioni effettuate in un momento successivo senza una valida ragione. E' quanto emerge dalla sentenza 11 settembre 2013, n. 37314 della Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione.