"Non può procedersi all'arresto in flagranza sulla base di informazioni ricevute dalla vittima o da terzi fornite nella immediatezza dei fatti"
Corte di Cassazione Sezioni Unite sentenza numero 39131 ud. 24.11.2015 - dep. 21.09.2016
Avv. Gian Marco Gulizia
di Aci Castello, CT
Letto 220 volte dal 26/09/2016
Premessa la descrizione puntuale dei "confini giuridici" dell'arresto in flagranza, le Sezioni Unite Penali statuiscono che in tale ambito non può essere compresa la privazione della libertà personale dell'autore del fatto - reato allorchè sia operata, seppure in tempo prossimo alla commissione della condotta delittuosa, unicamente sulla scorta delle dichiarazioni rese alla p. g. dai testimoni.
la "quaestio iuris" in esame è pertinente allo specifico stato di flagranza costituito dall'inseguimento dell'autore del reato [...] La provvisoria limitazione della libertà personale, di iniziativa della p.g. ed in carenza di alcun provvedimento motivato dall'A.G. rappresenta istituto di carattere eccezionale [...] Tale attribuzione eccezionale trova concorrente giustificazione nell'altissima probabilità (e, praticamente, nella certezza) della colpevolezza dell'arrestato. Ebbene, sono proprio la diretta percezione e constatazione della condotta delittuosa da parte degli agenti di p.g. procedenti all'arresto che possono suffragare, nel senso indicato, la sicura previsione giudiziaria dell'accertamento della colpevolezza. Mentre, in difetto, apprezzamenti e valutazioni, fondati sul piano affatto differente degli elementi investigativi assunti (ancorchè prontamente e magari in loco) dalla p.g. non offrono analoghe sicurezze e affidabilità di previsione.Testo integrale disponibile sul sito della Suprema Corte.
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