Francesco Schettino, l'ex comandante della Costa Crociere naufragata al Giglio lo scorso 13 gennaio, è una persona «inaffidabile» e «non adatta allo svolgimento di funzioni di comando e comunque di responsabile della sorte di persone a lui affidate». Lo mette nero su bianco la quarta sezione penale della Cassazione nello spiegare il perché, lo scorso 10 aprile, ha convalidato gli arresti domiciliari nei confronti di Schettino accusato di naufragio colposo, omicidio colposo plurimo, abbandono della nave e deturpamento dell'habitat. Nel naufragio sono morte 32 persone. Il pericolo di reiterazione di delitti colposi Nel dettaglio, piazza Cavour, bocciando il ricorso della difesa dell'ex comandante della Concordia, sottoscrive la valutazione del Tribunale della libertà di Firenze dello scorso 6 febbraio che «ha ritenuto concreto il pericolo di reiterazione del reato sulla base della gravità del fatto e del comportamento tenuto da Schettino che non solo con le gravi imprudenze e negligenze che hanno determinato il naufragio della nave, ma anche con il comportamento tenuto nelle successive fasi della vicenda con il ritardo nella segnalazione del fatto all'autorità portuale, con la perdita del controllo della nave e con delle operazioni di salvataggio dei passeggeri, gestite da altri, con il ritardo nell'ordine di abbandono nave ai passeggeri, con il proprio abbandono della nave e il rifiuto di ritornarvi, con la sottovalutazione dell'emergenza creatasi e il tentativo di accreditarsi comunque come un bravo capitano con la manovra di accostamento della nave) ha dimostrato di non essere in grado di gestire una situazione di pericolo tipica della sua professione, nonostante la specifica preparazione professionale e l'esperienza maturata». Ecco perché, secondo piazza Cavour, «è da condividere la motivata valutazione, riscontrata dalla ricognizione del comportamento, circa la scarsa resistenza dello Schettino nello svolgimento di funzioni di comando o comunque di responsabile della sorte di persone a lui anche di fatto affidate, a reggere situazioni di crisi e ad assicurare in quelle situazioni l'adempimento delle obbligazioni di sicurezza e garanzia verso i terzi affidati che sono proprie della posizione di garanzia». Insomma, per la Cassazione «c'è evidenza di pericolo concreto, anche se non di certezza, di reiterazione di delitti colposi correlati alla incolumità delle persone ogni volta che si proponga una occasione di esercizio di doveri ed obbligazione di garanzia». Il rischio di inquinamento delle prove Ad imporre gli arresti domiciliari all'ex comandante della Costa Concordia Francesco Schettino, c'è anche il pericolo di inquinamento probatorio. In proposito, la suprema Corte spiega che «le limitazioni che con gli arresti domiciliari gli sono imposte sono adeguate ad evitare che il medesimo ponga in essere comportamenti di inquinamento delle prove o di reiterazione di reati della stessa specie». Tolleranza zero da parte della Cassazione sul comportamento di Schettino che, ricostruzione della vicenda alla mano e dei comportamenti da lui tenuti, le fa dire che «i comportamenti tenuti da Schettino nel comando della nave prima e poi nella gestione del naufragio e della situazione di abbandono della nave e dei passeggeri delimitano il giudizio di spregiudicatezza e di inaffidabilità alla capacità del soggetto di assicurare il rispetto delle sue obbligazioni di garanzia». L’assenza di pericolo di fuga L'unico pericolo che non esiste, scrive infine la Cassazione, è quello che Schettino possa fuggire. Da qui il rigetto del ricorso della Procura di Firenze che chiedeva la carcerazione dell'ex comandante della Concordia. In proposito, piazza Cavour dice che «la stessa inaffidabilità espressa in ordine alla personalità di Schettino, per come il medesimo si è comportato per tutta la vicenda, non appare significativa di una propensione alla fuga, essendo stato opportunamente messo in luce che egli, a prescindere dall'atteggiamento assunto, è comunque sempre rimasto sul luogo della vicenda senza cercare di sfuggire alla identificazione e al controllo».