Non basta detenere un quantitativo di droga largamente superiore a quello consentito per uso personale (come indicato dalle tabelle ministeriali), per provare il reato di detenzione illecita di sostanze stupefacenti. Lo ha stabilito la Corte di cassazione accogliendo il ricorso di un trentenne fermato mentre si confezionava uno spinello in alta montagna dove si trovava in settimana bianca. Il giovane era in possesso di 48 grammi di hashish, pari a “161 dosi medie”. Secondo i giudici di merito “un quantitativo incompatibile con l’uso personale in ragione del fatto che il prevenuto era un assuntore occasionale”. Per la Suprema corte però il superamento dei limiti massimi “non costituisce una presunzione assoluta in ordine alla condotta di spaccio del detentore” ma occorre valutare anche altre circostanze, “giacché tale superamento non vale ad invertire l’onere della prova - che è a carico dell’accusa - in ordine alla destinazione della sostanza stupefacente ad uso non esclusivamente personale”. Ovviamente, chiarisce la Corte, diverso è il caso in cui ci si trovi di fronte a quantitativi “di rilievo” e molto superiori alla “soglia”, ipotesi in cui si dovranno fornire giustificazioni coerenti e concludenti che spieghino il perché di una detenzione così massiccia.