Per la Corte apicale anche il lavoratore a tempo determinato ha diritto al permesso retribuito per motivi di studio.- La Corte motiva con l'affermare che i principi comunitari vietano ogni forma di discriminazione rispetto al trattamento di chi è titolare del posto senza limite di tempo.- Nella fattispecie portata all'attenzione della Corte di Cassazione bocciato il ricorso del Ministero della Giustizia che aveva illegittimamente escluso un lavoratore dalla graduatoria per le "150 ore" sul rilievo che trattasi di una prerogativa dei dipendenti a tempo indeterminato. La Corte ha rilevato che la direttiva comunitaria relativa all'accordo quadro sul lavoro a tempo determinato prevede la perfetta equiparazione con il posto cd. "fisso", sia sul piano economico e sia su quello giuridico. Insomma, non è la mera circostanza che al contratto di lavoro sia stato posto un termine di scadenza che può, di per sé, impedire l'accesso del lavoratore ai permessi per motivi di studio.