Per il giudice del lavoro di Trapani è la seconda sentenza in dieci giorni che riconosce un maxi risarcimento record. Dopo gli oltre 150 mila euro netti per un docente precario di educazione fisica che dal 2005 aveva esercitato attraverso contratti di supplenza “su posti vacanti e disponibili” (ma insegnava già dal 2001), ha stabilito il pagamento di 169.700 euro in favore di un supplente di elettronica. Le motivazioni sono sostanzialmente uguali: abuso dei contratti a termine, mancati scatti d'anzianità, stipendi estivi non corrisposti per gli anni passati e per quelli futuri fino alla pensione. Alla cifra monstre si arriva attraverso la sommatoria di una serie di voci retributive non corrisposte, ma anche grazie ad una proiezione nel futuro motivata della considerazione per cui siccome l’amministrazione dal 2001 applica al docente contratti a termine “è presumibile che altrettanto farà per gli anni a seguire”. Da qui la quantificazione “equitativa” del danno per tutti gli anni lavorativi residui in capo all’insegnante.