Viene accolto il reclamo e, in riforma della sentenza impugnata, è riconosciuto alla reclamante, cittadina nigeriana, lo stato di rifugiato politico. La situazione della ricorrente merita di essere esaminata sotto il profilo del riconoscimento dello status di rifugiato, in quanto ella adduce ragionevole timore, fondato sui fatti già avvenuti nel suo paese, di subire violenza per la appartenenza al genere femminile e specificamente di avere corso e correre il concreto rischio di essere sottoposta nel suo paese di origine ad un trattamento inumano e degradante quale è la pratica della infibulazione. Il racconto della reclamante appare attendibile sia per la descrizione particolareggiata dei preparativi e della modalità con cui è riuscita a scappare, sia per la esatta individuazione delle finalità della mutilazione, che per il riscontro oggettivo.