Sanatoria 2009, permesso rilasciato anche se c'è condanna per immigrazione clandestina, in quanto reato depenalizzato con effetto retroattivo
T.A.R. Emilia Romagna, sez. I, sent. n. 209/2016 del 22/10/2015
Avv. Michele Spadaro
di Milano, MI
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L’ostacolo alla “emersione” era individuato nel’art. 1ter, comma 13, L. 102 del 3.8.2009, che esclude dall’inizio della proceduta di regolarizzazione gli stranieri “che risultino condannati, anche con sentenza non definitiva, compresa quella pronunciata anche a seguito di applicazione della pena su richiesta ai sensi dell’articolo 444 c.p.p., per uno dei reati previsti dagli artt. 380 e 381 cpp."
La ricorrente ha dedotto che il provvedimento impugnato è illegittimo e va annullato, poiché il reato di cui alla prima parte dell’art. 14, co. 5 ter, D. lgs. 286/98 (che punisce con la reclusione da uno a quattro anni, lo straniero che senza giustificato motivo permane illegalmente nel territorio dello Stato in violazione dell’ordine” di espulsione) non è previsto dall’art. 381 c.p.p. e quindi la relativa condanna non è ostativa alla procedura di emersione di cui alla L. 102/2009.
Con l’entrata in vigore degli artt. 7, nn. 1, 3 e 4, 8, nn.1 e 4, 15, nn.1, 3, 4, 5 e 6, e 16 della Direttiva comunitaria n. 115/2008 è stato abolito – con effetto retroattivo ai sensi dell’art. 2 c.p. - il reato di cui agli artt. 14, co. 5bis e 5ter D.lgs. 286/1998, e pertanto la relativa condanna penale non può più costituire motivo di rigetto dell’istanza-dichiarazione formulata ex art. 1ter n. 78/2009 (cnf. TAR Basilicata 329/2011).
Inoltre, le Adunanze Plenarie nn. 7 e 8 del 2011 hanno affermato che “le disposizioni espunte dall’ordinamento per effetto della diretta applicabilità di norme comunitarie non possono più essere applicate, anche indirettamente, nella definizione di rapporti ancora sub judice".
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