Rinnovo permesso per lavoro, la condanna per spaccio di lieve entità non prevale sui legami familiari, la condanna per quantitativo alto sì
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T.A.R. Sicilia, Sez. Quarta, sent. n. 269/17 del 15/12/2016
Avv. Michele Spadaro
di Milano, MI
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La Questura nega il rinnovo del permesso di soggiorno per motivi di lavoro subordinato. Risulta infatti che l'interessato ha subìto una condanna per detenzione e spaccio di stupefacenti. Solo che, a detta dello straniero, la condanna è stata ai sensi del 5 comma, non del 1 comma dell'art. 73 dpr 309-90. Inoltre, egli è stato ammesso al beneficio della sospensione condizionale.
Ne consegue che la pericolosità sociale dell'interessato è davvero limitata, e non può prevalere sull'esistenza di legami familiari nel nostro Paese.
Il TAR accoglie il ricorso, sulla base di una motivazione articolata, che richiama un importante arresto del Consiglio di Stato:
- in sè, la condanna ai sensi dell'art. 73 comma 1 dpr 309/90 è da ritenersi assolutamente ostativa, anche in comparazione con l'esistenza di legami familiari, e prescindendo anche dal fatto che il soggetto sia stato ammesso alla sospensione condizionale della pena. Infatti, è a monte (il legislatore) una valutazione di gravità del reato, tale che la pericolosità sociale è in re ipsa
- al contrario, l'ipotesi di cui al comma 5 (spaccio di lieve entità) si caratterizza per un minor disvalore, che impone una valutazione comparatistica concreta.
Nella specie, l'Amministrazione ha errato nella qualificazione giuridica dell'episodio criminoso (prendendo "lucciole per lanterne"), incorrendo quindi in una errata istruttoria.
Il TAR accoglie il ricorso, sulla base di una motivazione articolata, che richiama un importante arresto del Consiglio di Stato:
- in sè, la condanna ai sensi dell'art. 73 comma 1 dpr 309/90 è da ritenersi assolutamente ostativa, anche in comparazione con l'esistenza di legami familiari, e prescindendo anche dal fatto che il soggetto sia stato ammesso alla sospensione condizionale della pena. Infatti, è a monte (il legislatore) una valutazione di gravità del reato, tale che la pericolosità sociale è in re ipsa
- al contrario, l'ipotesi di cui al comma 5 (spaccio di lieve entità) si caratterizza per un minor disvalore, che impone una valutazione comparatistica concreta.
Nella specie, l'Amministrazione ha errato nella qualificazione giuridica dell'episodio criminoso (prendendo "lucciole per lanterne"), incorrendo quindi in una errata istruttoria.
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