Revoca nulla osta al lavoro tardiva, nessun interesse della pubblica amministrazione ad adottarla
TAR Lombardia, Sezione Quarta, Sentenza del 17 gennaio 2012, n. 172
Avv. Michele Spadaro
di Milano, MI
Letto 533 volte dal 09/04/2012
Va annullata la revoca del nulla osta al lavoro, precedentemente concesso, che trae origine dalla rilevata esistenza di un provvedimento di espulsione dell’anno 2003, i cui effetti non si erano ancora esauriti. Il provvedimento di autotutela ha natura discrezionale, dal momento che deve verificare l’interesse al ripristino tardivo della legalità violata in confronto con l’affidamento maturato dalla ricorrente e dal suo datore di lavoro circa la legittima presenza in Italia anche alla luce della condotta successiva della lavoratrice extracomunitaria. Pertanto, la valutazione da effettuare nel caso di specie non era conseguenza di alcun automatismo e necessitava di una comparazione degli interessi in gioco come richiesto in ogni provvedimento di secondo grado con conseguente necessità di garantire il contraddittorio procedimentale.
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia
(Sezione Quarta)
ha pronunciato la presente
SENTENZA
[...]
per l'annullamento
del provvedimento del Prefetto di Milano del 19.10.2009 di revoca del nulla osta al lavoro domestico;
[...]
Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue
FATTO e DIRITTO
La ricorrente impugnava l’atto indicato in epigrafe che aveva disposto la revoca del nulla osta precedentemente concesso poiché era stata rilevata l’esistenza di un provvedimento di espulsione nell’anno 2003 i cui effetti non si erano ancora esauriti.
I due motivi di ricorso attengono alla mancata comunicazione dell’avvio del procedimento di autotutela ed alla mancata comparazione tra gli interessi in gioco per verificare se vi era un interesse pubblico all’annullamento dell’atto considerando che orami da tempo la ricorrente aveva preso servizio presso il datore di lavoro e non vi erano ragioni di sicurezza pubblica preminenti che determinassero necessariamente l’interesse all’osservanza tardiva del divieto di ingresso nel nostro territorio scaturente dal precedente decreto di espulsione.
[...]
Il ricorso è fondato.
Non vi era alcuna ragione di urgenza come affermato con clausola di stile nel provvedimento che impedisse di inviare la comunicazione di avvio del procedimento onde garantire il contraddittorio procedimentale anche perché non può condividersi l’affermazione contenuta sempre nell’atto impugnato circa il fatto che il contenuto dell’atto non avrebbe potuto essere diverso.
Infatti, ed è questa la ragione dell’accoglimento anche del secondo motivo di ricorso, il provvedimento di autotutela ha natura discrezionale dal momento che deve verificare l’interesse al ripristino tardivo della legalità violata in confronto con l’affidamento maturato dalla ricorrente e dal suo datore di lavoro circa la legittima presenza in Italia anche alla luce della condotta successiva della lavoratrice extracomunitaria.
Pertanto la valutazione da effettuare nel caso di specie non era conseguenza di alcun automatismo e necessitava di una comparazione degli interessi in gioco come richiesto in ogni provvedimento di secondo grado con conseguente necessità di garantire il contraddittorio procedimentale.
Il ricorso va quindi accolto con obbligo dell’amministrazione di rivalutare la situazione anche alla luce dell’ulteriore periodo di tempo trascorso dalla presentazione del ricorso che ha senz’altro rafforzato il peso che l’affidamento del privato deve avere nella valutazione degli interessi contrapposti.
[...]
P.Q.M.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia Sezione IV, definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo accoglie e per l’effetto annulla il provvedimento impugnato.
[...]
Così deciso in Milano nella camera di consiglio del giorno 20 dicembre 2011 [...]
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