La Cassazione, con sentenza n. 7158 depositata il 29 marzo 2011, interviene su un ricorso presentato da un ristoratore per un vizio di motivazione nella sentenza di secondo grado che dichiarava legittimo l’accertamento induttivo del Fisco basato sul consumo di caffè, ossia sul numero di tazzine utilizzate. Tuttavia, la Cassazione fa notare che l’Ufficio non aveva considerato che le copie delle ricevute esibite riportavano prezzi medi piuttosto bassi