Non è necessario che ad apporre la firma sul PVC sia una persona munita di idoneo potere di rappresentanza. L’accertamento fondato sul processo verbale di constatazione (PVC) che sia firmato da un parente del contribuente deve ritenersi pienamente legittimo. Così i giudici della Cassazione, nella sezione tributaria, hanno precisato con la sentenza 23 settembre 2011, n. 19505 accogliendo il ricorso dell’Agenzia delle Entrate nonostante il parere contrario di CTR e CTP. Nel caso oggetto di controversia la Guardia di Finanza aveva effettuato una ispezione presso un’azienda, e, al termine della stessa, aveva fatto firmare il verbale al figlio del contribuente, in quanto quest’ultimo non era presente in azienda.