I gravi indizi, presupposto per l'accesso nell'abitazione, non sono necessari per gli accessi presso locali a «destinazione promiscua» , promiscuità che non ricorre se l'abitazione, è distinta dal luogo di lavoro, né se l'abitazione, comunicante con il luogo di esercizio, è divisa da una porta chiusa e provvista di due ingressi. La Cassazione di recente torna sull'argomento: è necessaria l'autorizzazione della Procura della Repubblica per gli accessi in studio se comunicante con l'abitazione, regime diverso, per la sola abitazione. Tanto ha ribadito la Suprema Corte con sentenza 4140/2013 depositata il 21 febbraio 2013, vicenda nella quale il contribuente impugnò l'avviso di accertamento e gli atti endoprocedimentali , eccependo che il locale era adiacente l'abitazione, omessa