La Corte di Cassazione è intervenuta in materia di disconoscimento di paternità affermando che è ammissibile l’azione relativa, nel caso di una fecondazione eterologa avvenuta all’insaputa del marito, purché la detta azione sia proposta entro un anno dal momento in cui si è venuti a conoscenza del ricorso a tale metodo di procreazione, e il marito dia prova che il ricorso a tale metodo è avvenuto a sua totale insaputa.