Niente custodia cautelare in carcere per il tossicodipendente trovato in possesso di 47 involucri di marijuana, deve prevalere la prospettiva di recupero della persona. Lo ha stabilito la Corte di cassazione con la sentenza 18969/2013 annullando l’ordinanza del tribunale di Catania che all’opposto aveva negato la misura alternativa della reclusione domiciliare. Secondo i giudici, infatti, “le esigenze cautelari di eccezionale rilevanza che impongono il mantenimento della misura custodiale carceraria, pur in presenza delle condizioni considerate dall’articolo 89, comma 2, Tu stup., non coincidono con una normale situazione di pericolosità, ma si identificano in una esposizione al pericolo dell’interesse di tutela della collettività di tale consistenza da non risultare compensabile rispetto al valore sociale rappresentato dal recupero del soggetto tossicodipendente, valutato anche in termini di probabilità”. Mentre la motivazione resa dal Tribunale non evidenzia “alcun parametro inquadrabile nel suddetto ordine concettuale-nomativo, esaurendosi nella mera considerazione del fatto che il medesimo era stato trovato in possesso di 47 involucri di marijuana e che egli era stato in precedenza condannato per analoghi fatti; il tutto obliterando ogni rilievo circa le prospettive di recupero del medesimo, espressamente considerate, quale aspetto discriminante, dalla riferita disposizione di legge.