LEGGE 8 febbraio 2006 n.54 ( in Gazz. Uff., 1 marzo , n. 50 ) - Disposizioni in materia di
separazione dei genitori e affidamento condiviso dei figli.

Preambolo
La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica hanno approvato;
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Promulga la seguente legge: 

Articolo 1
Modifiche al codice civile
Art. 1.
1. L'articolo 155 del codice civile è sostituito dal seguente:
«Art. 155 (Provvedimenti riguardo ai figli). - Anche in caso di separazione personale dei
genitori il figlio minore ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con
ciascuno di essi, di ricevere cura, educazione e istruzione da entrambi e di conservare
rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale.
Per realizzare la finalità indicata dal primo comma, il giudice che pronuncia la separazione
personale dei coniugi adotta i provvedimenti relativi alla prole con esclusivo riferimento
all'interesse morale e materiale di essa. Valuta prioritariamente la possibilità che i figli
minori restino affidati a entrambi i genitori oppure stabilisce a quale di essi i figli sono
affidati, determina i tempi e le modalità della loro presenza presso ciascun genitore,
fissando altresì la misura e il modo con cui ciascuno di essi deve contribuire al
mantenimento, alla cura, all'istruzione e all'educazione dei figli. Prende atto, se non
contrari all'interesse dei figli, degli accordi intervenuti tra i genitori. Adotta ogni altro
provvedimento relativo alla prole.
La potestà genitoriale è esercitata da entrambi i genitori. Le decisioni di maggiore
interesse per i figli relative all'istruzione, all'educazione e alla salute sono assunte di
comune accordo tenendo conto delle capacità, dell'inclinazione naturale e delle aspirazioni
dei figli. In caso di disaccordo la decisione è rimessa al giudice.
Limitatamente alle decisioni su questioni di ordinaria amministrazione, il giudice può
stabilire che i genitori esercitino la potestà separatamente.
Salvo accordi diversi liberamente sottoscritti dalle parti, ciascuno dei genitori provvede al
mantenimento dei figli in misura proporzionale al proprio reddito; il giudice stabilisce, ove
necessario, la corresponsione di un assegno periodico al fine di realizzare il principio di
proporzionalità, da determinare considerando:
1) le attuali esigenze del figlio;
2) il tenore di vita goduto dal figlio in costanza di convivenza con entrambi i genitori;
3) i tempi di permanenza presso ciascun genitore;
4) le risorse economiche di entrambi i genitori;
5) la valenza economica dei compiti domestici e di cura assunti da ciascun genitore.
L'assegno e' automaticamente adeguato agli indici ISTAT in difetto di altro parametro
indicato dalle parti o dal giudice.
Ove le informazioni di carattere economico fornite dai genitori non risultino
sufficientemente documentate, il giudice dispone un accertamento della polizia tributaria
sui redditi e sui beni oggetto della contestazione, anche se intestati a soggetti diversi.».
2. Dopo l'articolo 155 del codice civile, come sostituito dal comma 1 del presente articolo,
sono inseriti i seguenti:
«Art. 155-bis (Affidamento a un solo genitore e opposizione all'affidamento condiviso). - Il
giudice puo' disporre l'affidamento dei figli ad uno solo dei genitori qualora ritenga con
provvedimento motivato che l'affidamento all'altro sia contrario all'interesse del minore.
Ciascuno dei genitori puo', in qualsiasi momento, chiedere l'affidamento esclusivo quando
sussistono le condizioni indicate al primo comma. Il giudice, se accoglie la domanda,
dispone l'affidamento esclusivo al genitore istante, facendo salvi, per quanto possibile, i
diritti del minore previsti dal primo comma dell'articolo 155. Se la domanda risulta
manifestamente infondata, il giudice puo' considerare il comportamento del genitore
istante ai fini della determinazione dei provvedimenti da adottare nell'interesse dei figli,
rimanendo ferma l'applicazione dell'articolo 96 del codice di procedura civile.
Art. 155-ter (Revisione delle disposizioni concernenti l'affidamento dei figli). - I genitori
hanno diritto di chiedere in ogni tempo la revisione delle disposizioni concernenti
l'affidamento dei figli, l'attribuzione dell'esercizio della potesta' su di essi e delle eventuali
disposizioni relative alla misura e alla modalita' del contributo.
Art. 155-quater (Assegnazione della casa familiare e prescrizioni in tema di residenza). - Il
godimento della casa familiare e' attribuito tenendo prioritariamente conto dell'interesse
dei figli.
Dell'assegnazione il giudice tiene conto nella regolazione dei rapporti economici tra i
genitori, considerato l'eventuale titolo di proprieta'. Il diritto al godimento della casa
familiare viene meno nel caso che l'assegnatario non abiti o cessi di abitare stabilmente
nella casa familiare o conviva more uxorio o contragga nuovo matrimonio. Il
provvedimento di assegnazione e quello di revoca sono trascrivibili e opponibili a terzi ai
sensi dell'articolo 2643.
Nel caso in cui uno dei coniugi cambi la residenza o il domicilio, l'altro coniuge puo'
chiedere, se il mutamento interferisce con le modalita' dell'affidamento, la ridefinizione
degli accordi o dei provvedimenti adottati, ivi compresi quelli economici.
Art. 155-quinquies (Disposizioni in favore dei figli maggiorenni).
- Il giudice, valutate le circostanze, puo' disporre in favore dei figli maggiorenni non
indipendenti economicamente il pagamento di un assegno periodico. Tale assegno, salvo
diversa determinazione del giudice, e' versato direttamente all'avente diritto.
Ai figli maggiorenni portatori di handicap grave ai sensi dell'articolo 3, comma 3, della
legge 5 febbraio 1992, n. 104, si applicano integralmente le disposizioni previste in favore
dei figli minori.
Art. 155-sexies (Poteri del giudice e ascolto del minore). - Prima dell'emanazione, anche in
via provvisoria, dei provvedimenti di cui all'articolo 155, il giudice puo' assumere, ad
istanza di parte o d'ufficio, mezzi di prova. Il giudice dispone, inoltre, l'audizione del figlio
minore che abbia compiuto gli anni dodici e anche di eta' inferiore ove capace di
discernimento.
Qualora ne ravvisi l'opportunita', il giudice, sentite le parti e ottenuto il loro consenso, puo'
rinviare l'adozione dei provvedimenti di cui all'articolo 155 per consentire che i coniugi,
avvalendosi di esperti, tentino una mediazione per raggiungere un accordo, con
particolare riferimento alla tutela dell'interesse morale e materiale dei figli». 

Articolo 2
Modifiche al codice di procedura civile
Art. 2.
1. Dopo il terzo comma dell'articolo 708 del codice di procedura civile, è aggiunto il
seguente:
«Contro i provvedimenti di cui al terzo comma si può proporre reclamo con ricorso alla
Corte d'appello che si pronuncia in camera di consiglio. Il reclamo deve essere proposto
nel termine perentorio di dieci giorni dalla notificazione del provvedimento».
2. Dopo l'articolo 709-bis del codice di procedura civile, è inserito il seguente:
«Art. 709-ter (Soluzione delle controversie e provvedimenti in caso di inadempienze o
violazioni). - Per la soluzione delle controversie insorte tra i genitori in ordine all'esercizio
della potestà genitoriale o delle modalità dell'affidamento è competente il giudice del
procedimento in corso. Per i procedimenti di cui all'articolo 710 è competente il tribunale
del luogo di residenza del minore.
A seguito del ricorso, il giudice convoca le parti e adotta i provvedimenti opportuni. In caso
di gravi inadempienze o di atti che comunque arrechino pregiudizio al minore od
ostacolino il corretto svolgimento delle modalità dell'affidamento, può modificare i
provvedimenti in vigore e può, anche congiuntamente:
1) ammonire il genitore inadempiente;
2) disporre il risarcimento dei danni, a carico di uno dei genitori, nei confronti del minore;
3) disporre il risarcimento dei danni, a carico di uno dei genitori, nei confronti dell'altro;
4) condannare il genitore inadempiente al pagamento di una sanzione amministrativa
pecuniaria, da un minimo di 75 euro a un massimo di 5.000 euro a favore della Cassa
delle ammende.
I provvedimenti assunti dal giudice del procedimento sono impugnabili nei modi ordinari». 

Articolo 3
Disposizioni penali
Art. 3.
1. In caso di violazione degli obblighi di natura economica si applica l'articolo 12-sexies
della legge 1° dicembre 1970, n. 898. 

Articolo 4
Disposizioni finali 
Art. 4.
1. Nei casi in cui il decreto di omologa dei patti di separazione consensuale, la sentenza di
separazione giudiziale, di scioglimento, di annullamento o di cessazione degli effetti civili
del matrimonio sia già stata emessa alla data di entrata in vigore della presente legge,
ciascuno dei genitori può richiedere, nei modi previsti dall'articolo 710 del codice di
procedura civile o dall'articolo 9 della legge 1° dicembre 1970, n. 898, e successive
modificazioni, l'applicazione delle disposizioni della presente legge.
2. Le disposizioni della presente legge si applicano anche in caso di scioglimento, di
cessazione degli effetti civili o di nullità del matrimonio, nonché ai procedimenti relativi ai
figli di genitori non coniugati. 

Articolo 5
Disposizione finanziaria
Art. 5.
1. Dall'attuazione della presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri a
carico della finanza pubblica.
La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sarà inserita nella Raccolta ufficiale degli
atti normativi della Repubblica italiana. È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di
farla osservare come legge dello Stato.