SULLO SBLOCCO DEI DEBITI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE


C'E' QUALCHE TIMIDO SEGNALE DI INIZIO IN MOLISE.


Il governatore Frattura.
Pienamente soddisfatto per l'obiettivo centrato

Sono 118 i milioni di euro sbloccati a favore della Regione Molise, di cui 55 rivenienti dal Fondo per le aree sottoutilzzate (FAS),  i restanti 66 a valere sulle premialità del Fondo sanitario nazionale.  

La tanto attesa notizia è arrivata in serata a conclusione dei lavori per la verifica degli adempimenti del Piano di rientro sanitario, che ha visti impegnati a Roma il presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, il direttore generale dell'ente, Antonio Francioni,  un pool di dirigenti dell'Assessorato regionale alla Sanità, i commissari Filippo Basso e Nicola Rosato,  oltre al  nuovo soggetto attuatore dell'Asrem, Carmine Ruta,  ed ai rappresentanti dell'advisor Kpmg.

Visibilmente soddisfatto per il risultato raggiunto il governatore Frattura. «Sono contento - ha detto - dell'esito di questa verifica. Lo sblocco di queste risorse, richiesto e pretesto da anni da chi ci ha preceduti e a loro mai concesso, è ascrivibile anche a una diversa credibilità ed a una maggiore affidabilità  che abbiamo dimostrato ai Tavoli ministeriali».

In effetti, l'esito positivo che ha avuto la riunione è di estrema importanza per il territorio molisano e dà una boccata di ossigeno ad un settore piegato dalla crisi. Su di esso, indubbiamente, hanno giocato un ruolo determinante il cambio di rotta determinato in Molise dalle ultime consultazioni elettorali e il credito di fiducia che i tecnici ministeriali hanno di fatto voluto concedere al presidente Frattura ed alla sua squadra.

Sicuramente, un buon viatico per il prosieguo dell'azione di governo della Regione Molise.


LA CORTE COSTITUZIONALE NON SI E' ANCORA PRONUNCIATA SULLA NOTA QUESTIONE DELLA IMPIGNORABILITA' LA CUI UDIENZA SI E' TENUTA IL 27 MARZO 2013.



Negli ultimi mesi la scrivente ha inviato due ricorsi alla CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL'UOMO - CEDU - AL FINE DI RICHIEDERE UN'EQUA RIPARAZIONE PER LE AZIENDE CHE PUR ESSENDO IN POSSESSO DI PROVVEDIMENTI GIUDUZUARI DEFINITIVI - DECRETI INGIUNTIVI - NON POSSONO PORTARLI IN ESECUZIONE, POSTPO IL BLOCCO DEI PIGNORAMENTI.
Si e' denunziato il fatto che secondo l'art. 6 cedu il processo deve essere giusto, ma uno stato in cui i provvedimenti giudiziari non sono eseguibili - divieto dei pignoramenti e divieto del giudizio di ottemperanza - non assicura alcuna tutela giurisdizionale dei diritti e dunque viola l'art. 6.