La clausola di non concorrenza deve essere pattuita per iscritto.

Il patto può essere concordato sia al momento dell'assunzione con una specifica clausola nel contratto di lavoro che nel corso dei rapporti contrattuali

Un patto valido può sempre essere ridotto dal giudice francese (durata, zona e attività se limita di troppo la libertà di lavoro del dipendente.

VALIDITA DEL PATTO DI NON CONCORRENZA ? 4 CONDIZIONI

Il patto di non concorrenza è lecito solo se :
è indispensabile alla protezione degli interessi legittimi del datore di lavoro
è limitato nella durata e la zona geografica
tiene conto delle specificità delle funzioni del dipendente
prevede un compenso finanziario a carico dal datore di lavoro

Precisiamo che se una di queste condizioni manca il patto è nullo. Pero solo il dipendente si può rivalersi di questa nullità

1 Protezione degli interessi legittimi del datore di lavoro

Per valutare questa condizione il giudice può prendere in considerazione il lavoro affidato al dipendente, le sue responsabilità nell'impresa e l'importanza per il datore di lavoro delle informazioni portate alla conoscenza del dipendente

2 Limiti nella durata nella zona geografica

La durata non deve eccessiva – una durata di 2 anni è stata giudicata possibile. La zona proibita non deve essere troppo estesa, pero di per se la limite a tutto il territorio francese non è di per se eccessiva.

Per valutare queste la validità di queste restrizioni il giudice deve prendere in considerazione la formazione e qualifica del dipendente. In ogni il dipendente deve essere in grado di approfittare della sua formazione e conoscenza per potere avere un'attività

3 Specificità delle funzioni del dipendente

Il patto è valido solo se il dipendente ha accesso a delle informazioni strategiche per il datore oppure è in contatto con la clientela

Il rischio deve reale per il datore di lavoro

4 Compenso finanziario

4-1 Importo del compenso

Il compenso deve essere previsto nella clausola oppure la clausola può fare riferimento all'Accordo Collettivo applicabile se tale AC prevede un compenso (esempio ANI 1975 per i VRP).

Il compenso non deve essere troppo basso ma proporzionato alla durata prevista e alla zona oppure pari all'importo previsto nell'AC

Un compenso irrisorio non può essere aumentato dal giudice neanche diminuito : la decisione giudiziaria deve solo dire se il compenso e sufficiente o meno.

La Corte di cassazione rifiuta la riduzione della contropartita finanziaria nel caso di licenziamento per colpa oppure di dimissione. In tale caso la clausola sarebbe sempre valida ma la riduzione non si applicherebbe.

Nulla sarebbe la clausola prevedendo :
 
  • un compenso solo nel caso di rottura del rapporto all'iniziativa del datore di lavoro
  • il pagamento alla fine del periodo fissato
  • Inoltre il pagamento non può intervenire durante il rapporto e prima della cessazione (tali pagamenti sarebbero considerati come stipendi e come tali acquisititi dal dipendente)

4-2 Pagamento del compenso :

Il pagamento può intervenire con un versamento unico alla cessazione del rapporto oppure con pagamenti mensili – o trimestrali - durante la durata fissata

Il compenso è dovuto :
  • se il dipendente non è più in grado di esercitare la sua attività per motivi di salute
  • se il datore di lavoro chiude la sua attività oppure in caso di fallimento
  • se la cessazione del rapporto interviene durante il periodo di prova
  • alla scadenza del contratto a durata determinata
  • nel caso di rottura convenzionale
  • nel caso di pensione

Pero nel caso di decesso del dipendente il compenso non è più dovuto.

4-3 Il compenso è considerato come un indennità sostitutiva di stipendio :

Come tale :
 
  • datore di lavoro e dipendente devono pagare i contribuiti, la CSG e la CRDS
  • il dipendente viene tassato su questo reddito (IRPEF)
  • la prescrizione applicabile è quella dei stipendi : 5 anni

4-4 Transazione :

Dopo la cessazione del rapporto, datore di lavoro e dipendente possono concludere una transazione per cambiare modalità di pagamento e importo del compenso, durata e zona.


VIOLAZIONE DELLA CLAUSOLA DELLA PARTE DEL DIPENDENTE

Il patto deve essere interpretato e applicato in un modo stretto, di conseguenza l'impegno di non concorrenza concerne:
  • il datore di lavoro e non le sue eventuali filiali
  • l'attività reale del dipendente presso il concorrente e non il fatto di lavorare presso una ditta concorrente
  • l'attività effettiva e attuale e non la semplice preparazione nell'attesa nella scadenza prevista

L'onore della prova della violazione tocca al datore di lavoro

La violazione della clausola della parte del dipendente esonera il datore del pagamento del pagamento del compenso dalla data dell'effettiva attività concorrente.

In caso di violazione il datore di lavoro ha la possibilità di richiedere dinanzi al pretore del lavoro :
  • il rimborso del compenso
  • e/o un risarcimento danno
  • la cessazione dell'attività concorrente con l'adeguata procedura di référé

RESPONSABILITÀ DEL NUOVO DATORE DI LAVORO

Il datore di lavoro ha la possibilità di richiedere al nuovo datore di lavoro un risarcimento danno sul fondamento legale di concorrenza sleale

RINUNCIARE ALLA CLAUSOLA

Il datore di lavoro ha la possibilità di rinunciare al patto se il contratto di lavoro oppure l'Accordo Collettivo lo prevedono, nei termini e modalità previsti nel contratto oppure nell'AC
Se non é stato previsto un termine, la rinuncia deve intervenire al momento della cessazione del rapporto -esempio al momento del licenziamento.
Passato il termine oppure il momento, il datore di lavoro rimane tenuto al pagamento del compenso.
La rinuncia deve essere esplicita, chiara, senza dubbio e individuale.

Avv. Paul BONSIRVEN
LYON - PARIS
tel +33 478 602 703
Fax +33 478 623 559
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