Con il termine Internet of Things (IoT) si fa riferimento agli oggetti reali connessi ad internet. I dispositivi connessi alla rete interagiscono con il mondo circostante recependo e trasferendo dati ed informazioni nella rete al mondo reale. Alcuni esempi di IoT della vita di tutti i giorni sono: orologi che misurano il battito cardiaco e la pressione sanguigna, frigoriferi intelligenti che comunicano i cibi di prevista scadenza, aspirapolvere comandata da remoto, rilevatori di luminosità, lampadine controllate tramite WiFi, lavatrici a comando remoto, interruttori elettrici comandati da remoto, termostati comandati da remoto via internet per regolare la temperatura interna della casa, rilevatori di umidità, braccialetti o orologi intelligenti (wearable), controllo a distanza di ascensori, condizionatori comandati da remoto, vidiocamere IP, sensori ambientali ecc. Lo scopo di questi dispositivi è di monitorare, controllare e trasferire delle informazioni per poi svolgere azioni conseguenti. Al tempo stesso adoperare gli IoT comporta dei rischi legati all’uso dei dati e alla loro sicurezza. Gli IoT aprono nuovi scenari nella sicurezza dei dati personali, sull’utilizzo che viene fatto dei loro dati personali e sulle misure di sicurezza da adottare per evitare violazioni e usi impropri.
L’nternet of Things cresce velocemente, e di conseguenza il volume, il valore e l’importanza di questi dati aumentano a loro volta esponenzialmente attirando i criminali informatici. Il Garante per la protezione dei dati personali ha partecipato ad Aprile alla “Privacy Sweep 2016” indagine a carattere internazionale che coinvolge 28 Autorità Garanti della Privacy, che quest’anno è finalizzata a verificare il rispetto dei diritti di privacy nell’Internet delle Cose. L’iniziativa è coordinata dalla Global Privacy Enforcement Network (Gpen), la rete internazionale nata per rafforzare la cooperazione tra le Autorità della privacy di diversi Paesi. I risultati dell’indagine saranno resi pubblici a settembre.