Rigore, sviluppo ed equità sono le parole chiave del nuovo Governo che è intervenuto in maniera strutturale anche sul capitolo pensioni: ecco le principali misure adottate.

Contributivo

Con il meccanismo pro rata, viene esteso il metodo di calcolo contributivo a tutte le categorie di lavoratori. Si perfeziona così e si completa la riforma Dini del 95, coinvolgendo in particolare in una filosofia di equità intergenerazionale, tutti quei lavoratori che al 31 dicembre 1995 avevano più di 18 anni di contributi versati e che rientravano quindi fino ad ora nel perimetro di applicazione del metodo retributivo.

Quali gli effetti? Il retributivo considerava la pensione in funzione di una percentuale della media delle ultime retribuzioni (attualmente le ultime 10), il metodo contributivo parametra invece il trattamento di quiescenza al monte dei contributi versati lungo l'arco della intera vita lavorativa del soggetto, in una sorta di capitalizzazione virtuale dell'attività operosa; il parametro di rivalutazione annuale è il PIL (Prodotto Interno Lordo) degli ultimi 5 anni in un collegamento eziologico tra pensione e produttività del Paese con l'allora auspicabile sviluppo economico. Il montante contributivo verrà poi convertito in rendita al pensionamento utilizzando i coefficienti di trasformazione fissati dall'ordinamento con revisione triennale, indistinti per sesso, e ancorati alla speranza di vita per fascia di età.

Dal punto di vista pratico l'effetto, vista la limitata portata temporale (la maggior parte di chi si trovava nel retributivo è già andata in pensione) sembra modesto. E' prevista, comunque, una clausola di salvaguardia in base al quale l'importo della pensione calcolata con il pro rata non può comunque superare quello che sarebbe scaturito dal calcolo tutto retributivo

Età di pensionamento delle donne

Nuova, ulteriore, accelerazione nel percorso di equiparazione uomini/donne per quel che riguarda l'età di pensionamento.

Dal 1 gennaio 2012 l'età per le lavoratrici dipendenti sale a 62 anni; ulteriori "gradini" sono previsti nel 2014 con un'età pensionabile di 64 anni che diventeranno poi 65 nel 2016 e attestarsi a 66 nel 2018 . Per le lavoratrici autonome invece lo scalone del 2012 sarà di 3 anni e 6 mesi (63 anni e mezzo) con identico percorso evolutivo invece nel prosieguo rispetto alle dipendenti

Finestre di uscita

Viene soppresso il meccanismo della finestra "mobile" o "a scorrimento" (12 mesi per i dipendenti e 18 mesi per gli autonomi). La pensione decorrerà quindi dal mese successivo alla cessazione dell'attività lavorativa

Pensione di anzianità

Spariscono i 40 anni come requisito. A partire dal 2012 per andare in pensione prima della vecchiaia saranno necessari 42 anni e 1 mese per gli uomini e 41 anni e 1 mese per le donne. Nel 2013 il requisito sale a 42 e 2 mesi per approdare a 42 anni e 3 mesi a partire dal 2014 (per le donne 41 e 2 mesi e 41 e 3 mesi).

Dal 2013 tali requisiti saranno in ogni modo parametrati alla speranza di vita accertata dall'Istat in una conservazione del meccanismo di automatizzazione dell'innalzamento dell'età pensionabile. In una combinazione disincentivi/incentivi, chi anticipata il pensionamento rispetto alla vecchiaia subisce una decurtazione per la quota retributiva del 2% per ogni anno di anticipo, con viceversa una sorta di premialità per chi posticipa.

Flessibilità

Si prevede una certa flessibilità di uscita, con un ritorno alla filosofia originaria della riforma Dini e quindi coerente con la estensione del metodo contributivo. E' possibile scegliere il pensionamento in una "forchetta di età" con applicazione dei relativi coefficienti di trasformazione del capitale accumulato con il metodo contributivo calcolati fino a 70 anni. Per gli uomini (e dipendenti pubbliche) il range è 66-70 anni , per le donne 63- 70 anni.

Speranza di vita

La manovra di luglio aveva anticipato al 2013 l'adeguamento dell'età pensionabile alla speranza di vita accertata dall'Istat. Si prevede ora che se l'incremento delle variazioni demografiche non dovesse produrre a partire dal 2022 un'età di pensionamento almeno pari a 67 anni, verrà applicata per default

Certificazione diritto

Le nuove regole non si applicano a coloro i quali (nel limite delle 50 mila unità) maturano i requisiti in base al regime attuale entro il 31 dicembre 2011 e i lavoratori in mobilità alla data del 31 ottobre 2011 e quelli interessati ai piani esuberi (per esempio nel settore bancario) anche se raggiungono i requisiti dopo la fine dell'anno. Sono esclusi anche gli ex lavoratori che sono stati autorizzati ai versamenti volontari entro il 31 ottobre 2011

Adeguamento Istat

Nel 2012 e nel 2013 si congela l'adeguamento annuale dei trattamenti pensionistici all'inflazione, salvaguardando solo i trattamenti fino a 936 euro (a dicembre 2011).