Una porta dell’istituto alberghiero ‘Vergani’ chiusa con catena e lucchetto nel bel mezzo di una manifestazione studentesca. Per gli studenti era semplicemente un gesto dimostrativo, per la polizia, codice alla mano, «occupazione arbitraria di pubblico edificio». Sono almeno dieci i giovani indagati per quell’irruzione avvenuta il 24 novembre scorso nella sede dell’istituto scolastico.

Un ‘blitz’ pacifico, che ha preso le mosse da un corteo studentesco sfilato per le vie della città con l’obiettivo dichiarato di «difendere la scuola pubblica». Proprio davanti al ‘Vergani’, racconta la cronaca giornalistica di quella giornata, si era vissuto l’unico attimo di tensione, quando verso le 11 una quindicina di ragazzi si era introdotta nell’edificio a lezioni finite e nella scuola erano rimasti alcuni insegnanti e addetti del personale scolastico. «Volevamo bloccare due porte su tre per consentire l’uscita a chi volesse lasciare la scuola – avevano raccontato alla ‘Nuova’ un paio di studenti davanti ai cancelli – Alcuni insegnanti poi hanno detto alla segretaria di chiamare le forze dell’ordine e così sono arrivati sei agenti tra polizia, carabinieri e Digos. Ci hanno chiesto i documenti e ci hanno fatto uscire. Uno di noi è stato indicato come responsabile dell’atto e quindi trasportato in questura».

In realtà poi le segnalazioni si sono moltiplicate: otto sono a carico di studenti minorenni, due di maggiorenni che avrebbero partecipato al tentativo di occupazione. I ragazzini sono stati convocati oggi in questura per essere interrogati alla presenza di un avvocato e dei genitori. La loro posizione è al vaglio del Tribunale dei minori, mentre per i due adulti indagati la competenza è del tribunale ordinario.

L’indagine ha coinvolto 3 quindicenni e 5 diciassettenni, oltre ai 2 giovani che hanno raggiunto la maggiore età. I minori sono residenti a Galliera (1), Ferrara (4), Copparo (1) e Vigarano (2). L’arrivo delle forze dell’ordine e la notizia della denuncia di uno degli studenti (poi diventati dieci) era stata commentata con una certa sorpresa da Elisa Corridoni, di Rifondazione comunista. «Per un atto dimostrativo di questo tipo si sarebbe potuto agire in maniera diversa – aveva dichiarato l’esponente del Prc- non era successo nulla di grave e la reazione degli insegnanti è stata forse spropositata». Ma erano emerse anche posizioni diverse: alcuni studenti appartenenti al corteo si erano dissociati «da questa operazione – avevano dichiarato alla ‘Nuova’ – Non si era parlato di occupazione, è stata una decisione presa da una minoranza che non riguarda lo spirito organizzativo dello sciopero».

«Non mi risulta che a nessuno degli indagati sia stato contestato il sequestro di persona, come era sembrato in un primo tempo – sottolinea l’avvocato Emiliano Mancino, che difende alcuni studenti – ma è chiaro che tra i ragazzi e nelle famiglie c’è preoccupazione. Auspico che su questo fatto non si innesti alcuna forma di strumentalizzazione». (gi.ca.)