La domanda che molti si pongono è questa: sono punibili le persone che diffondono queste "bufale"?
Si precisa subito si possono pubblicare post divertenti o foto satiriche, purchè non superino certi limiti di continenza. La diffusione di notizie false può invece configurare diverse ipotesi di reato.
La prima fattispecie è quella prevista dall'art. 656 c.p. "chiunque pubblica o diffonde notizie false, esagerate o tendenziose, per le quali possa essere turbato l'ordine pubblico, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con l'arresto fino a tre mesi o con l'ammenda fino a trecentonove euro." La notizia è falsa quando è completamente difforme dalla realtà e riguarda fatti o dati assolutamente infondati o inesistenti.
Il procurato allarme è un reato di pericolo, dunque, si configura anche se la notizia non abbia effettivamente "turbato l'ordine pubblico", è sufficiente che la stessa sia potezialmente idonea a generare questo turbamento. 
Si pensi, invece, al caso di colui che diffonda una notizia secondo cui il coronavirus si trasmette tramite le suole delle scarpe oppure che sopravvive per diversi giorni sull'asfalto; ed ancora, ai video o messaggi audio dei finti medici che sono rimbalzati sulle chat in cui sono descritte situazioni surreali e apocalittiche. Questi comportamenti, oltre a divulagare fatti infondati, potrebbero generare panico ed allarmismo ed integrare il reato di cui all'art. 658 c.p., il cosiddetto procurato allarme all'autorità (chiunque, annunziando disastri, infortuni o pericoli inesistenti, suscita allarme presso l'Autorità, o presso enti o persone che esercitano un pubblico servizio, è punito con l'arresto fino a sei mesi o con l'ammenda da dieci euro a cinquecentosedici euro). Dunque, nel caso del coronavirus, l'annuncio infondato che possa esservi il pericolo che la malattia si trasmetta con una certa modalità, potrebbe integrare il reato di procurato allarme.
Sia chiaro, perchè il reato si configuri è necessario che il falso annuncio abbia suscitato allarme presso l'Autorità (amministrativa o giudiziaria), oppure presso enti o persone incaricate di un pubblico servizio (ad es. la Croce Rossa, gli istituti ospedalieri, le associazioni di pubblica assistenza, protezione civile). Si comprende bene come in questo momento gli animi siano suscettibili, ed una notizia di questo genere potrebbe far scattare dei controlli, distogliendo l'attenzione da ciò che è realmente importante.
Vi è di più, la diffusione di una fake news potrebbe essere denigratoria della reputazione altrui e quindi diffamatoria. Si pensi all'invio a più persone di un messaggio whatsapp, con cui si afferma con certezza che una determinata persona è risultata positiva al virus e abbia addirittura contagiato altre persone; oppure, la pubblicazione di un post con cui si accusa un esercizio commerciale di frode perchè vende delle mascherine, o altri dispositivi, inidonei alla protezione e con prezzi fuori mercato. Se queste notizie sono infondate, si richia di essere querelati per il reato di diffamazione aggravata dal mezzo della pubblicità (diffusione tramite social) previsto dall'art. 595 co.3 c.p. Il reato è punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e con la multa di 516 €. 
Con riguardo a queste ultime fattispecie, può capitare a chiunque di noi di condividere una notizia falsa e diffamatoria, perchè a prima vista ci sembrava plausibile o perchè si voleva contribuire a diffondere il presunto sdegno senza prestare molta attenzione. Finchè si tratta di una mera condivisione del post sul proprio profilo, non si dovrebbe correre alcun rischio; al contrario, se oltre a condividere il post diffamatorio, si dovesse aggiungere un proprio commento con cui si rafforza l'offesa, o addiruttura si aggiungono parole o espressioni diffamatorie, in questi casi potrebbe configurarsi un’autonoma fattispecie di diffamazione, oppure un'imputazione in concorso con l'autore principale.
Stiamo vivendo un periodo difficile per tutti, evitiamo di suscitare maggiore preoccupazione con notizie infondate, semmai limitiamoci a sdrammatizzare con qualche battuta o immagine divertente.