Uccise il marito stalker a coltellate il giudice l'assolve: «Legittima difesa»

Aveva ammazzato il marito stalker con 12 coltellate, ieri è stata assolta con formula piena insieme all’amante che l’aveva aiutata ad avvolgere il corpo della vittima in un tappeto prima di buttarlo nel Tevere.

La decisione inaspettata è stata emessa dalla III Corte d’assise per Luciana Cristallo e Fabrizio Rubini, la coppia accusata dell’omicidio di Domenico Bruno, l’ex marito di lei, imprenditore scomparso da Roma a 44 anni, il 27 gennaio 2004 e trovato a largo dello stabilimento Faber Beach, a Ostia, un mese dopo coi piombi da sub ancora attaccati alla cintura dei pantaloni. Il pm Elisabetta Ceniccola aveva chiesto l’ergastolo per entrambi perché, secondo la sua ricostruzione, Cristallo avrebbe agito premeditatamente.

Anzi, il giorno della requisitoria la pubblica accusa aveva aggiunto all’ipotesi di omicidio volontario anche l’aggravante di averlo commesso con altri, rimasti sconosciuti. La Corte, invece, ha scelto in modo ben diverso e ha assolto la donna perché avrebbe agito per legittima difesa, mentre il suo compagno di allora, Fabrizio Rubini, doveva essere assolto per non aver commesso il fatto. L’occultamento di cadavere invece è andato prescritto. Al momento della lettura della sentenza, Luciana Cristallo era in aula ed è scoppiata in un pianto liberatorio: «È stata una liberazione. Ora potrò guardare con un peso meno grave i miei quattro figli - si è sfogata - Non volevo uccidere il loro padre, ma lui mi stava strangolando».

Sollevato anche Fabrizio Rubini, commercialista all’Eur, al quale resta solo di fare i conti con un’altra grana giudiziaria visto che è sotto inchiesta per la frode carosello Fastweb e Telecom Italia Sparkle per il riciclaggio transnazionale di soldi dell’ex senatore Nicola Di Girolamo. «Credo nella giustizia anche quando un giudice mi dà torto - ha detto al termine dell’udienza l’avvocato di parte civile, il professor Nunzio Raimondi - perché anche i giudici possono sbagliare, come chiunque di noi del resto. E proprio per questo esiste l’appello».

L’avvocato Giovanni Sabatelli che ha curato la difesa dei due imputati con Giorgio Antonicelli, ieri invece, era entusiasta. «La scelta folle di quella notte - ha commentato - è stata solo la fase dell’occultamento del cadavere. La Cristallo non voleva mostrarsi assassina agli occhi dei figli. E liberandosi del corpo voleva cancellare tutto. Erano mesi che l’ex marito la minacciava e perseguitava». Su questo punto aveva fatto leva il pm per contestare la premeditazione: perché se temeva così tanto l’ex marito quella sera lo invitò a cena? Nella sua casa all’Aurelio, intanto, Luciana Cristallo, ex commerciante di oggetti sacri, non ha mai tolto la foto di famiglia. «Se avessi potuto, avrei cancellato solo la parte che non andava di lui. È stato comunque un grande amore», ha confidato a un amico.