1. Introduzione: cos’è il commercio elettronico Le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione stanno trasformando profondamente i metodi di lavoro, l’organizzazione delle imprese, la formazione e le stesse relazioni interpersonali. Sul piano industriale, queste tecniche hanno permesso di migliorare considerevolmente la produttività delle aziende e la qualità dei servizi offerti agli utenti ed hanno contribuito, inoltre, alla costituzione di una società in cui gestione, qualità e rapidità dell’informazione sono divenuti fattori - chiave della concorrenza, la cosiddetta “società dell’informazione”. Attraverso un accesso sempre più diffuso all’informazione, infatti, diventa facile identificare, valutare e mettere in concorrenza le attività economiche. Per non essere escluse dal mercato a causa della progressiva globalizzazione, le imprese, specialmente quelle di piccola e media dimensione, dovranno ricorrere all’aiuto offerto dalle nuove tecnologie - e, in particolare, alla telematica – in maniera crescente ed efficace. La progressiva espansione delle reti di informazione in Internet, infrastruttura di telecomunicazioni che permette a computer di ogni tipo di collegarsi tra loro, comunicare e fruire di ogni sorta di servizio, rappresenta un forte incentivo al moltiplicarsi delle relazioni economiche intersoggettive, anche in ambito transnazionale. Di conseguenza, le sfide economiche promosse dai sistemi multimediali di informazioni e servizi costituiscono la nuova frontiera per l’impresa. In questo ambito, il commercio elettronico o e-commerce, fenomeno in rapida e costante diffusione, sembra destinato a produrre evoluzioni tecniche ed organizzative nell’impresa e nei rapporti tra impresa e consumatore con radicali mutamenti di prospettiva per la conquista di nuovi mercati. La definizione che meglio delinea le caratteristiche e le potenzialità di quello che comunemente viene definito “commercio elettronico” è quella contenuta nella Comunicazione della Commissione UE 97/157 in cui il commercio elettronico è definito come “lo svolgimento di attività commerciali e di transazioni per via elettronica e comprende attività diverse quali la commercializzazione di beni e servizi per via elettronica, la distribuzione on- line di contenuti digitali, l'effettuazione per via elettronica di operazioni finanziarie e di borsa, gli appalti pubblici per via elettronica ed altre procedure di tipo transattivo della Pubblica Amministrazione”. In altri termini il commercio elettronico: 1) Consiste nello svolgimento di attività commerciali per via elettronica; 2) E’ basato sull’elaborazione e la trasmissione di dati (testo, suoni ed immagini video) per via elettronica; 3) Comprende attività quanto mai diverse e variegate (commercializzazione di beni e servizi per via elettronica, distribuzione on line di contenuti digitali, effettuazione per via elettronica di operazioni quali trasferimenti di fondi, compravendita di titoli ed azioni, vendite all’asta, vendita diretta al consumatore e servizi post vendita, ecc.); 4) Riguarda prodotti (ad esempio, prodotti di consumo) e servizi ( ad esempio, servizi di informazione e finanziari) di tipo tradizionale e attività di nuovo tipo (ad esempio,“centri commerciali virtuali”). Non vi è un'unica forma di commercio elettronico poiché diverso può essere l'ambiente in cui si svolge l'attività commerciale e gli stessi soggetti coinvolti. L'offerta di una soluzione di commercio elettronico si può rivolgere al cliente finale, all'agente, alla filiale internazionale o al fornitore. Questa precisazione ci consente di individuare quattro forme di commercio elettronico:
  1. business to business, da operatore commerciale a operatore commerciale: è il caso dell'impresa che usa la rete per inviare ordini ai propri fornitori, ricevere fatture, effettuare pagamenti. Questo sistema è già utilizzato da anni, in particolare attraverso l'EDI sulle reti private;
  2. business to consumer, da operatori commerciali a consumatori: corrisponde alla vendita elettronica al minuto, ed ha avuto una grande espansione grazie al servizio WEB di Internet;
  3. business to administrationda operatori commerciali alle amministrazioni pubbliche: copre tutte i tipi di transazioni elettroniche tra imprese e Pubblica Amministrazione. Negli Stati Uniti è molto utilizzato: le richieste di forniture pubbliche vengono pubblicizzate su Internet, e le imprese possono rispondere per via elettronica;
  4. consumer to administrationda consumatori alle amministrazioni pubbliche: è ancora all'inizio, ma potrà avere una forte espansione, in particolare nel nostro Paese quando verrà realizzata la Rete Unitaria della Pubblica Amministrazione, instaurando un rapporto diretto tra P.A. e cittadino.
Il commercio elettronico non si limita ad Internet. Può comprendere numerose applicazioni sulla banda stretta ( videotex), di radiodiffusione ( televendita), contesti off-line (vendita di cataloghi Cd rom) e reti proprietarie (Intranet). Altri autori sono, invece, soliti più semplicisticamente distinguere il commercio elettronico in due sole categorie:
  1. Commercio elettronico indiretto: il commercio elettronico è detto “indirettose la cessione del bene e/o del servizio avviene per via telematica, mentre la consegna fisica del bene segue i canali tradizionali.
  2. Commercio elettronico diretto: il commercio elettronico è detto “direttoquando la consegna del bene e/o del servizio viene effettuata per via telematica; il bene Commercio. In questo modo, l’utente può accedere attraverso la rete ai servizi erogati dagli Enti, scavalcando le inerzie burocratiche. Un esempio di questa modalità si può trovare nei siti Internet dei Comuni.
Va sottolineato, comunque, che il commercio elettronico, così come sopra definito, non può essere considerato un fenomeno nuovo: da molti anni, infatti, le imprese utilizzano l’elettronica per effettuare trasferimenti di fondi o scambi di dati commerciali su varie reti di comunicazione. Tuttavia, come accennato in precedenza, il suo sviluppo è attualmente in fase di accelerazione e suscita l’interesse crescente non solo delle imprese, ma anche dei consumatori, delle istituzioni e dei mezzi di informazione. La sua diffusione è stata enormemente favorita dalla crescita esponenziale di Internet e l’affermarsi di programmi interfaccia (browsers), capaci di rendere facile la navigazione nella rete anche ad utenti non esperti. In questo contesto, il commercio elettronico si sta rapidamente espandendo in una complessa rete di attività commerciali svolte su scala mondiale tra un crescente numero di soggetti su reti aperte a dimensione globale. Per chi deve acquistare, le imprese in rete rappresentano, ovviamente, un indubbio vantaggio. Basti accennare alla possibilità di effettuare ordini e pagamenti 24 ore su 24 da qualsiasi computer collegato ad Internet o all’opportunità rappresentata dal confronto delle alternative offerte, molto più efficace rispetto al mercato fisico e senza necessità di spostamenti. L’approvvigionamento è, in genere, assia veloce, l’offerta sempre aggiornata e la merce viene consegnata a domicilio, scegliendo tra diversi operatori in funzione del livello e del prezzo del servizio. Vantaggi tutti determinati dalla compresenza delle diverse offerte in un unico ambiente, con una maggiore concorrenzialità. Esistono però alcuni problemi da considerare: i tempi talvolta lenti e le modalità di accesso ai punti di vendita virtuali o ai centri commerciali virtuali non sempre immediatamente intuibili; la confusione informativa e soprattutto la sicurezza dei pagamenti, sia sotto il profilo della scarsa protezione dei dati comunicati che della scarsa possibilità di identificazione certa degli operatori. Inoltre in passato, in mancanza di una normativa specifica, un ulteriore ostacolo alla diffusione generalizzata della comunicazione in forma elettronica era dato dall’impossibilità di attribuire al documento elettronico la stessa efficacia giuridica del documento cartaceo sottoscritto dalle parti,: ciò rileva fondamentalmente per attribuire “la paternità della dichiarazione contenuta nel documento a colui che ha manifestato la volontà contrattuale”. Il commercio elettronico è uno dei settori con maggiori prospettive di espansione. Come si evince dai dati tratti da uno studio sul commercio elettronico nel nostro paese, condotto da Databank, il settore maggiormente interessato da questa nuova forma di scambio è, ovviamente, quello informatico con una percentuale del 50,3% di transazioni concluse on line. In termini di valore è invece il turismo a fare la parte del leone con oltre 110 mila miliardi di lire riconducibili all'e-commerce. Ed è proprio in questo settore che è previsto uno sviluppo esponenziale nei prossimi anni. La “rete”, infatti, consente agli operatori economici di collaborare tra loro con più facilità e di rivolgersi direttamente ad un mercato internazionale di dimensioni planetarie (130 milioni di utenti internet nel mondo di cui 1.380.000 in Italia). Secondo la ricerca condotta da Databank, il commercio elettronico nel futuro rappresenterà in Italia oltre l'1% del fatturato dei principali prodotti e servizi vendibili per via telematica. Nell'ambito di tali previsioni il turismo ed i viaggi, commercializzerà via Internet circa lo 0,25% di tale fatturato, che in termini assoluti è un valore considerevole. Infatti il settore svilupperà, con circa 280 miliardi di lire, il maggiore fatturato per vendite on line, dopo quello informatico con un peso pari a circa il 19% del fatturato proveniente dal commercio elettronico nell'anno 2000. Ad incrementare le transazioni on line hanno contribuito anche alcuni interventi legislativi. Basti pensare, in tal senso, all’emanazione della Legge n. 59 del 15 marzo 1997 (cd.“legge Bassanini”) e del successivo Regolamento concernente i criteri e le modalità di applicazione dell’art. 15, comma 2, della Legge di cui sopra, approvato con DPR n. 513 del 10 novembre 1997, in virtù della quale agli atti elettronici sottoscritti con firma digitale, è riconosciuta piena validità e rilevanza ad ogni effetto di legge.