Il DPCM dell’11 marzo 2020 per rispondere alla pandemia del Coronavirus non  va ad influire sui diritti del genitore non convivente con il figlio minore.
Anche in questo periodo di restrizioni ai movimenti fuori casa, è consentita la possibilità di visita  per godere dei periodi di frequentazione stabiliti nei vari provvedimenti di separazione o divorzio, ad esempio nei fine settimana e riportarli al termine all’altro genitore con cui abitano.
Il Ministero dell’interno ha difatti chiarito in una nota, rispondendo ad un genitore non convivente, che tale provvedimento non contrasta con la medesima normativa, poiché si tratta di uno spostamento in caso di necessità, pertanto consentito.
Il Governo italiano non ha fatto altro che rispondere ai vari quesiti chiarendo che: “ gli spostamenti per raggiungere i figli minorenni presso l’altro genitore o comunque presso l’affidatario, oppure per condurli presso di sé, sono consentiti, in ogni caso secondo le modalità previste dal Giudice con i provvedimenti di separazione o divorzio”, vale a dire con educatrici o servizi sociali finanche in spazi neutri.
Nessuno stop dunque, agli spostamenti dei figli, poiché il motivo dell’uscita di casa rientra tra quelli legittimi e ammessi dal Decreto del Presidente del Consiglio, che ha stabilito in via d’urgenza le note restrizioni su tutto il territorio nazionale.
E’ in ogni caso raccomandato portarsi sempre con sé, oltre all’autocertificazione, la sentenza di separazione e divorzio in cui risultano i tempi di visita del genitore non collocatario.
E se la madre separata non fa vedere i bambini per paura del coronavirus, che fare?
Questo è un comportamento illecito, anche nel corso dell’emergenza sanitaria. Infatti, a meno che non si abbiamo validi e concreti dubbi che l’ex coniuge separato o divorziato sia un soggetto a rischio, non si può limitare il diritto di visita stabilito dal giudice o concordato al momento del divorzio/separazione. Va da sé che molto è lasciato al buon senso dei genitori separati. Quindi limitare la visita è giustificabile solo se l’ex presenta sintomi influenzali tipici del coronavirus o ha amici o parenti positivi.
In caso contrario, trattasi di un comportamento che viola il diritto fondamentale di ogni separazione che è quello alla bigenitorialità, di cui si dovrà rispondere in tribunale.