Questa domanda è molto frequente quando incontro dei clienti che intendono separarsi. I clienti si informano tra gli amici, i conoscenti e ovviamente provvedono a cercare informazioni su internet. Per il cliente c'è il rischio di ricevere troppe informazioni magari tra loro contrastanti e quindi rischiano di confondersi le idee ulteriormente.
Provo a spiegare in modo semplice e con parole chiare (cercando di evitare il "legalese" ove possibile). 
In teoria, visto che molto spesso è previsto l'affidamento condiviso, e cioè i figli sono affidati ad entrambi i genitori, dovrebbe essere naturale avere un collocamento paritario e cioè una permanenza paritetica del minore presso la casa di un genitore e presso la casa dell'altro. Di solito, tale collocamento paritario si traduce in un collocamento a settimane alterne. Il collocamento paritario si può realizzare però solo in pochi casi in quanto occorrono dei presupposti: a) entrambi i genitori devono avere un lavoro che consente loro di gestire i figli; b) entrambi i genitori devono possedere un'abitazione idonea ad accogliere dignitosamente i figli; c) i genitori devono vivere molto vicini. 
Talvolta, invece del collocamento paritario è previsto il collocamento invariato e cioè i minori restano sempre nella stessa casa mentre sono i genitori ad alternarsi. Il collocamento invariato è di rara applicazione in quanto occorrono alcuni presupposti:  a) entrambi i genitori devono avere un lavoro che consente loro di gestire i figli; b) entrambi i genitori devono avere a disposizione una propria abitazione nel periodo in cui non convivono con i figli (quindi le case a disposizione della famiglia disgregata devono essere tre in totale); c) i genitori devono vivere molto vicini. 
In pratica quindi, nonostante sia disposto l'affidamento condiviso viene previsto il collocamento prevalente e cioè il minore convive prevalentemente con il genitore collocatario. L'altro genitore, quello non collocatario, avrà invece un diritto di frequentazione del minore. Ovviamente anche il genitore non collocatario, normalmente, avrà dei periodi più o meno lunghi di convivenza col minore.
Va compreso bene quindi che non c'è una matematica suddivisione a metà dei tempi di permanenza del minore con ognuno dei genitori ma si deciderà caso per caso.
Occorre focalizzarsi sul primario interesse dei figli che prevale su quello dei genitori. Quindi se per il figlio è preferibile che stia più tempo con un genitore piuttosto che per un tempo perfettamente identico dai genitori, il genitore che avrà con se per meno tempo il proprio figlio dovrà accettare la circostanza sacrificando i propri desideri. Ogni genitore sa bene che il bene del figlio viene prima del proprio.