Il 22 aprile 2015 con una larga maggioranza alla Camera (398 si, 28 no e 6 astenuti) è stata approvata la legge che introduce in Italia il divorzio breve.
A seguito di tale innovazione non occorrono più tre anni fra la separazione e il divorzio, bensì 6 mesi in caso di separazione consensuale e 12 mesi in caso di separazione giudiziale. Il termine breve di sei mesi è esteso anche alle separazioni che, inizialmente contenziose, si trasformano in consensuali .
Tali termini decorrono dalla comparizione dei coniugi davanti al Presidente del Tribunale.
Altre novità importanti sono rappresentate dal fatto che la nuova legge è applicabile anche ai procedimenti in corso e che la comunione dei beni si scioglie quando il giudice autorizza i coniugi a vivere separati, nel caso di separazione giudiziale, ovvero nel momento in cui viene sottoscritta la separazione, in caso di separazione consensuale.
E’ stata invece stralciata la norma sul divorzio “lampo”, in forza della quale con ricorso congiunto all’autorità giudiziaria competente poteva essere chiesto il divorzio da entrambi i coniugi anche in assenza di un periodo di separazione in caso di assenza di: figli minori, figli maggiorenni incapaci o portatori di handicap grave o figli con meno di 26 anni economicamente non autosufficienti. In soli quarant’anni, dal referendum sul divorzio del 1974, la società e i costumi sono profondamente mutati e la crisi matrimoniale si è accentuata.
Si pensi che nel 2012, secondo i dati Istat, le separazioni sono state 88.288 e i divorzi 51.319. Per ogni 1.000 matrimoni, si contano 311 separazioni e 174 divorzi.
La durata media del matrimonio al momento dell’iscrizione a ruolo del procedimento di separazione o divorzio risulta pari a 16 anni per le separazioni e a 19 anni per i divorzi. Secondo i dati raccolti dall’Istat, tuttavia, i matrimoni più recenti durano di meno. Confrontando infatti i matrimoni celebrati nel 1985 con quelli del 2005, le unioni interrotte dopo sette anni da una separazione sono raddoppiate, passando dal 4,5% al 9,3%.
Ed è proprio per far fronte al numero elevato delle crisi matrimoniali che è stato emanato il nuovo testo di legge sul divorzio breve, il quale rende gli iter processuali più snelli e celeri. 
Così come sottolineato dall’Ami, l’Associazione degli avvocati matrimonialisti italiani, si tratta di «una nuova era», anche se non mancano alcuni punti critici.
Infatti, se può ritenersi che, quando le separazioni sono consensuali e non ci sono particolari  difficoltà, il matrimonio si può sciogliere in un tempo breve, la situazione è grandemente più critica e difficile in caso di separazioni giudiziali. E’ invero davvero ottimistico ritenere di poter domandare il divorzio decorsi dodici mesi dall’inizio della separazione considerata la durata media di un procedimento di separazione giudiziale.
Si prevede dunque che nelle procedure contenziose l’attesa resterà lunga, considerato che per chiedere il divorzio bisogna prima definire con sentenza la separazione.
Ovviamente, a seguito dell’approvazione della suddetta legge non sono mancate le critiche, sollevate sia da una parte del mondo politico sia da quello cattolico, che hanno sottolineato  in modo differente come tale legge costituisca un attacco all’istituzione della famiglia, soprattutto quando vi sono dei figli.