Con la legge sull'affidamento condiviso si è inteso rendere meno conflittuale la separazione in presenza di figli, prevedendosi che entrambi i genitori siano responsabili dell'ffidamento e che il padre abbia il diritto-dovere di tenere con sè i figli più tempo possibile, nell'ottica di un sereno sviluppo psico-fisico del minore con l'apporto di entrambe le figure genitoriali.
La legge, tuttavia, è rimasta spesso nei fatti inattuata ed inattuabile per la grave e profonda conflittualità che la crisi economica e sociale ha alzato a livelli insostenibili; è inutile una separazione consensuale con il regime di affidamento condiviso se il conflitto nasce su tutto, casa, denaro, spese straordinarie, vacanze etc, quando poi la separazione non è accettata da uno dei soggetti, che mettono in atto ogni strategia per annullare l'altro soggetto in ogni senso, togliendogli cio' che c'e' di piu' caro, i figli.
In giurisprudenza l'affidamento dei figli ai Servizi Sociali o al Comune è uno strumento inutile quanto tardivo, puo' arrivare anche dopo anni di conflitto, quando ormai il figlio è stato ormai privato dal rapporto con l'altro genitore, ed è impossibile ricostruirlo.
Il Tribunale  di Firenze, nello scorso decenniop, ha fatto largo uso di perizie psicologiche e sull'affidamento, ha fatto anche uso dopo l'entrata in vigore della legge sull'affidamento condiviso della mediazione familiare, ma i risultati sono stati pressochè inutili; al punto che la Corte d'appello di Firenze ha in qualche caso messo totalmente in discussione tale prassi, lasciando piena libertà al figlio che rifiutava di incontrare il padre da diversi anni di decidere se riprendere o meno i rapporti, di fatto sostenendo che l'autodeterminazione del minore fosse piu' importante di qualsiasi CTU.
Tuttavia i rapporti non sono ripresi, perchè è evidente che quando il danno è fatto, solo esperti di psicologia familiare possono e nemmeno sempre ricostruire le basi del rapporto parentale.
Quali dunque i rimedi, se ne' il Tribunale con gli psicologi nè la Corte d'Appello con l'autodeterminazione sono riusciti nell'intento? 
Le sanzioni previste nei confronti del genitore inadempiente, a parte la lentezza della giustizia nel pronunciarle, sono rimaste lettera vuota e comunque si tratta di sanzioni puramente economiche.
Forse le sanzioni dovrebbero essere di altra natura?
L'area dell'impunità è davvero troppo alta; da questa impunità deriva non solo la perdita del rapporto parentale, ma un conflitto che puo' avere esiti infiniti su tutti gli aspetti della vita sia del figlio, che del geniitore che lo subisce.
La lunga esperienza del Tribunale di Firenze nell'affrontare il tema con le CTU psicologiche non ha offerto soluzioni concrete, ed anzi talvolta piu' i figli sono sottoposti ad indagini psicologiche, più la reazione è proprio il disprezzo di quel genitore al cui recupero mira òla CTU.
Nè le CTU hanno mostrato alternative concrete; si è tentato di suggerire l'introduzione immediata di un Tutor del minore, che dovrebbe assicurare una presenza costante per prevenire io comportamenti illeciti del genitore con cui il figlio vive piu' spesso, ma tutto questo avrebbe un costo elevatissimo, che la giiustizia civile non puo' sopportare.
Ma se si dovesse pensare a sanzioni piu' afflittive, chi giudica chi? In una situazione giudiziaria dove le udienza si tengono a distanza di mesi se non di anni, quale giudice con quali strumenti ed in quanto tempo potrebbe punire il genitore colpevole?
Non certo nell'attuale situazione.
Ebbene, innanzitutto i tempi dei procedimenti dovrebbero essere realmente rapidi e concentrati, in modo che tempestivamente il Tribunale possa accertare la situazione di conflitto; accertato il conflitto che ricade quasi sempre, anche se non sempre allo stesso modo sui figli, entrambi i genitori dovrebbero essere allontanati da casa ove l'affidamento del minore dovrebbe essere di competenza di in familiare o di un  tutor, ed i compensi  del tutor o del familiare dovrà essere rimborsato dal genitore inadempiente.
L'inadempimento dovrebbe essere accertato in via urgente e sommaria, onde evitare che le violazioni agli obblighi genitoriali si traducano poi definitivamente nella rottura definitiva dei rapporti.
Si tratta di una soluzione estrema, ma molto meno grave del danno della perdita, danno, come si è detto, grave e irreparabile.
E si ritiene che due genitori che di fatto vengano privati del loro habitat e della responsabilità di crescere i figli possano ritrovare un equilibrio, possano finalmente rendersi conto di essere arrivati al limite, e del fatto che se si oltrepassa un certo limite non c'è un vincitore del figlio ed un perdente, ma si è davvero alla pari.
Infati, perchè mai è il figlio deve lasciare la casa e/o  essere affidato ai servizi sociali, oppure al Comune, oppure ad un terzo estraneo alla famiglia; ma tutto cio' è assurdo, il figlio minore non deve pagare un ulteriore prezzo della separazione, che paghino i genitori che non sono stati in grado di gestire il conflitto.
E' dunque auspicabile una severa riforma che non dia spazio alla rottura dolosa del rapporto parentale, messa in atto con costante determinazione  dal genitore che ha ottenuto tutto, casa, assegno e figli, che sa che non rischia alcunchè, nei confronti del quale al massimo puo' essere irrogata una irrisoria sanzione pecuniaria.