La decisione che la coppia coniugale prende di separarsi, come tutti gli eventi critici e non previsti dai componenti di un sistema familiare lungo il proprio ciclo di vita, si accompagna sempre ad una serie di vissuti emotivi quali la rabbia, la delusione, il risentimento e così via che, attraverso l'intervento psicologico possono, almeno in parte, venire elaborati e contenuti con l'obiettivo di favorire il superamento della situazione di crisi e la rielaborazione della perdita e della rottura del rapporto marito-moglie. 

L'intervento in queste situazioni parte da una richiesta d'aiuto, più o meno esplicita, da parte del sistema familiare e si differenzia a seconda delle esigenze di ciascun componente familiare, e a seguito di una valutazione diagnostica complessa ed articolata.

Quando la coppia si rivolge allo specialista?

Molto spesso la richiesta viene inoltrata direttamente al sistema giuridico e spesso si tratta di una vera e propria delega del problema.

Esiste però un periodo di crisi familiare che precede la decisione della separazione, ed esiste un periodo post separazione in cui tutto è possibile prima del divorzio. Intendo dire con questo che molte coppie si ritrovano ma tante coppie no: in questi casi va salvaguardata la funzione genitoriale.

Molto spesso vengono coinvolti i familiari o gli amici nel tentativo di risoluzione del conflitto, ma non sempre tali tentativi si rivelano utili e costruttivi anzi, l'intervento delle famiglie d'origine, laddove esistono alti livelli di invischiamento tra i membri, può accrescere ed ampliare il conflitto coniugale in atto. Ma vediamo più da vicino quali sono i momenti per intervenire e come si differenziano: 

1. Prima della separazione. Questa è una fase assai critica per il nucleo familiare in quanto i coniugi sono in dubbio sul da farsi, la conflittualità è elevata, a volte cronica, e molto spesso vengono coinvolti i figli e le rispettive famiglie d'origine nel tentativo disperato di uscire dal circuito della disperazione e dell'impotenza. In questo caso potrebbe essere utile per il nucleo familiare rivolgersi ad uno specialista di terapia di coppia per individuare i nuclei della conflittualità e tentare una rielaborazione della crisi coniugale. Può ritenersi adeguato anche un intervento terapeutico individuale che aiuti i singoli nell'elaborazione dei nodi problematici e del disagio personale vissuto nell'ambito della relazione significativa;

2. Durante la separazione della coppia. Quando i coniugi hanno elaborato la decisione di separarsi o hanno attuato una separazione di fatto. In tal caso sarebbe opportuno il ricorso ad un intervento di mediazione familiare che indirizzi la coppia ad una separazione di tipo consensuale che favorisca l'elaborazione di un accordo almeno per quello che concerne la genitorialità.

In questa fase i singoli potrebbero richiedere anche un supporto psicologico individuale di sostegno al difficile momento di riorganizzazione dei rapporti familiari. Non sempre esistono margini per un accordo ragionevole tra le parti in causa, in tal caso si ricorre alla via giudiziaria e l'intervento psicologico si limita alla consulenza di un perito, psicologo, che chiamato dal giudice, incontra i coniugi, i minori e per rispondere ad una serie di quesiti.

3. Dopo la separazione. Possibili ricongiungimenti. Spesso si utlizza l'intervento di mediazione familiare per rivedere gli accordi riguardanti i figli che nel frattempo sono cresciuti e a seconda dell'età e delle esigenze possono portare i genitori ad una revisione degli accordi precedenti. Non sempre alla separazione di fatto di fatto si accompagna “ il divorzio psicologico” della coppia, anche in questo caso è possibile intervernire per favorire il superamento della situazione emotiva “di stallo” per tutto il sistema familiare.