Tale norma era di notevole rilevanza in quanto stabiliva per i coltivatori diretti il pagamento dell'imposta di registro ed ipotecaria, in caso di acquisto di fondi rustici, in maniera fissa ammontante all'1% del valore del fondo.
Come è noto l'imposta ordinaria per l'acquisto di fondi rustici è del 15%, oltre a quella catastale dell'1% e a quella ipotecaria del 2%: l'imposta totale da versare è quindi del 18% sul prezzo di acquisto del terreno.
Ciò comporta una notevole penalizzazione per i coltivatori diretti i quali non potranno più usufruire dell'aliquota agevolata.
E' evidente, perciò, che se l'esecutivo non intenderà ripristinare l'agevolazione, il carico fiscale aumenterà anche se si potrà chiedere l'agevolazione prevista per gli imprenditori agricoli professionali i quali utilizzano l'aliquota ridotta dell'8%, oltre alle imposte catastali ed ipotecarie per un altro 3%, arrivando, quindi, all'11%.
In ogni caso si tratta di un notevole aggravio.