Se il processo approda in Cassazione, la ragionevole durata è stimata in due anni. Il giudizio di equa riparazione, che si svolge presso le Corti d'appello ed eventualmente, in sede di impugnazione, dinnanzi alla Corte di Cassazione, è un ordinario processo di cognizione, soggetto all'esigenza di una definizione in tempi ragionevoli; trattasi di giudizi, finalizzati all'accertamento della violazione di un diritto fondamentale nel giudizio presupposto, la cui lesione genera di per sè una condizione di sofferenza che sarebbe eccentrico non riconoscere anche per i procedimenti previsti dalla "Legge Pinto". In conclusione, la Suprema Corte impone limiti alla eccessiva durata del processo, quest'ultimo instaurato per ottenere l'indennizzo da eccessiva durata di un autonomo e distinto processo, stabilendo che la vittima del processo-lumaca, anche in questo secondo caso, ottenga il ristoro per irragionevole durata della causa.