La Corte muove dalla distinzione tra coltivazione domestica e "industriale", imponendo la necessità che il Giudice provveda alla valutazione in concreto non solo del quantitativo di principio attivo ricavabile dalle singole piante, ma anche l'estensione e la struttra organizzata della coltivazione medesima, dalle quali possa derivare una produzione potenzialmente idoena ad incrementare il mercato.