Il licenziamento del dipendente assentatosi per malattia provocata dal mobbing del datore di lavoro (consistito in contestazioni disciplinari, sanzioni e visite fiscali eccessive e sproporzionate), è illegittimo, anche se il lavoratore ha superato il periodo di comporto. La Suprema Corte ha confermato l’esistenza del nesso causale tra la malattia e le condizioni di lavoro e le sanzioni illegittime subite; nonchè l’illegittimità del licenziamento, non potendosi ritenere superato il comporto, attesa la riconducibilità delle assenze per malattia alla condotta aziendale Ha chiarito inoltre che è possibile affidare al consulente tecnico d'ufficio non solo l’incarico di valutare i fatti accertati, o dati per esistenti (consulente deducente), ma anche accertare i fatti stessi (consulente percipiente). In tal caso, la consulenza costituisce essa stessa fonte oggettiva di prova, essendo solo necessario che la parte deduca il fatto che pone a fondamento del suo diritto e che il giudice ritenga che l’accertamento richieda specifiche cognizioni tecniche.