Rinnovo permesso di soggiorno, la richiesta di integrazione documentale tornata indietro per compiuta giacenza non è sufficiente per giustificare il diniego
T.A.R. Calabria, sent. n. 368/2016 del 10/02/2016
Avv. Michele Spadaro
di Milano, MI
Letto 131 volte dal 08/02/2017
“La lettera raccomandata si reputa conosciuta dal giorno in cui è legittimamente dichiarata la compiuta giacenza del plico… Si è, infatti, sostenuto che il recapito del plico a mezzo lettera raccomandata avviene con consegna diretta al destinatario o alle persone abilitate a riceverlo in suo luogo, indicate dall'art. 38 comma 2, del regolamento di esecuzione del Codice Postale...
Ritiene il Collegio che il predetto orientamento, espresso - in via generale - in relazione alla notificazione e comunicazione degli atti amministrativi, debba essere declinato in modo parzialmente differente nell’ambito dei procedimenti connessi ai titoli di soggiorno spettanti agli stranieri.
E ciò per un duplice ordine di ragioni:
- da un lato, l’esito negativo delle comunicazioni dell’Amministrazione allo straniero fa sorgere nella stesse – in un’ottica di leale collaborazione con il privato – l’onere di reiterare tali tentativi e di accertare le ragioni del loro eventuale fallimento, anche tramite sopralluoghi (in termini, T.A.R. Emilia Romagna, Sez. I, 30 ottobre 2014. n. 1025);
- dall’altro, l’irreperibilità conseguente al mancato assolvimento dell’onere di comunicare al Questore la variazione di domicilio non è ritenuta sufficiente ragione per il diniego del permesso di soggiorno (cfr., ex multis, T.A.R. Lazio, Roma, Sez. II quater, 13 marzo 2012, n. 2461; T.A.R. Campania, Salerno, 10 gennaio 2015 n. 70).
Ne deriva che, a fortiori, non può farsi discendere tout court il rigetto dell’istanza da una mancata integrazione documentale richiesta con una raccomandata restituita al mittente per compiuta giacenza, senza aver prima esperito ulteriori tentativi volti a verificare l’effettiva irreperibilità; tentativi che, naturalmente, vanno coordinati con l’esigenza di pervenire comunque ad una definizione in tempi ragionevoli del procedimento.
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