''Finalmente la Suprema Corte di Cassazione precisa il principio della risarcibilita' dei danni derivanti dall'infedelta' coniugale, che rappresenta una delle ragioni piu' frequenti delle crisi coniugali''. Cosi', l'avvocato Gian Ettore Gassani, Presidente nazionale dell'Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani, commenta la sentenza della Cassazione n. 18853/2011 che riconosce al coniuge tradito il diritto al risarcimento. ''Per la verita' negli ultimi anni la Suprema Corte aveva gia' sancito un orientamento giurisprudenziale secondo cui non tutte le infedelta' sono motivo di addebito della separazione e tantomeno fonte di risarcimento del danno''- continua il matrimonialista. E precisa: ''In sede di separazione, infatti, il Giudice e' tenuto a verificare caso per caso se l'infedelta' coniugale sia la causa o solo la conseguenza di una crisi gia' in atto''. E sulla nuova posizione assunta dalla Cassazione l'avv. Gassani chiarisce: ''Con questa sentenza si stabilisce che l'infedelta' che abbia leso la dignita' e l'onore del coniuge tradito rappresenta un illecito civile suscettibile di risarcimento danni. In forza di tale orientamento vengono condannate le infedelta' coniugali consumate in modo plateale e che hanno leso la dignita' e l'onore di chi le subisce. Spetta al coniuge tradito provare l'entita' dei danni subiti, sia morali che economici''. ''Con tale sentenza - conclude Gassani - si apre il varco ad una moltitudine di processi per risarcimento dei danni da infedelta' coniugale''.