La VI Sez. della Cassazione ha investito le Sezioni Unite della questione relativa all'individuazione del criterio di distinzione tra la concussione (art. 317 c.p.) e la nuova fattispecie di induzione indebita a dare o promettere utilità (art. 319 quater c.p.): questione sulla quale la giurisprudenza della Sesta sezione successiva all'entrata in vigore della l. 190/2012 non aveva assunto un orientamento univoco. Tre, infatti, erano le soluzioni interpretative proposte: secondo una prima tesi, la distinzione risiederebbe nel differente atteggiarsi della condotta dell'agente; per un secondo orientamento (da noi condiviso, cfr. Benussi, I delitti dei pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione, Cedam, 2° ed., 2013) riconosciuto con la sentenza 3 dicembre 2012 (dep. 22 gennaio 2013), n. 3251, imp. Roscia, il discrimen dipenderebbe invece dalla natura "giusta" o "ingiusta" del pregiudizio prospettato (esplicitamente o implicitamente) al privato. Secondo un terzo orientamento, infine, rileverebbe l'effetto determinato dalla condotta dell'agente nella psiche del soggetto passivo