La liberalizzazione «inglese», se così si può chiamare, mette in allerta i broadcaster italiani che hanno pagato a peso d'oro i diritti televisivi dell'ex campionato più bello del mondo. Per le prossime tre stagioni, infatti, Sky ha messo sul piatto oltre 1,6 miliardi di euro, più del doppio di Mediaset, che si è "accontentata" di dodici squadre su venti, per la modica cifra di circa 800 milioni, pur trattandosi comunque dei team che rappresentano la parte più importante dell'audience complessivo.

La sentenza della Corte europea fa tremare proprio questo business e il valore dei diritti tv o comunque potrebbe portare a ridisegnare un mercato ricchissimo, dando un colpo non solo alle televisioni ma anche e soprattutto alle Leghe Calcio. Il problema vale di più per Sky, che trasmette sul satellite, che per Mediaset, ancorata al digitale terrestre. Infatti andando in qualsiasi Paese e mettendosi in valigia il decoder di Sky con la smartcard, non è difficile prendere il segnale "italiano" anche dall'estero. Come? Basterebbe acquistare, magari in loco, una parabola più grande in grado di captare un segnale sicuramente più "affievolito" rispetto all'Italia, e puntare a 13 gradi Est, la posizione del satellite Eutelsat Hotbird. Una pratica fino a questa sentenza assolutamente vietata e vietata tutt'ora per altri contenuti premium, come film e documentari.

  «Questa sentenza riguarda alcuni aspetti della vendita di diritti televisivi da parte di organizzazioni come la Premier League – ha fatto sapere ieri sera Sky Italia, con una nota – e avrà implicazioni su come queste organizzazioni struttureranno la vendita dei diritti in Europa in futuro. Implicazioni che come operatore televisivo stiamo analizzando con attenzione. Quello che questa sentenza non cambia in alcun modo è l'impegno di Sky a garantire ai nostri clienti programmi e contenuti della più alta qualità, sia che si tratti di nostre produzioni originali sia che si tratti di diritti acquistati sul mercato sulla base della loro disponibilità».
Da Mediaset, invece, nessun commento. Il digitale terrestre è meno "hackerabile" dall'estero, almeno come tecnologia, ma c'è da star certi che il Biscione, come qualsiasi editore, non sarà disposto a rinunciare "per legge" a un asset per il quale ha sborsato molto denaro (anche se, numeri alla mano, meno di Sky).