L’introduzione da parte delle singole Federazioni Sportive di metodi alternativi di risoluzione delle controversie (cd. “alternatives disputes resoution methods” o ADR) potrebbe essere uno strumento efficace per la loro definizione?
Tale interrogativo trae origine dalla riflessione in ordine all’operatività della Commissione Tesseramenti, attivata nel corso del 2013 in seno agli organi di Giustizia Sportiva della Federciclismo, con la funzione di dirimere le controversie in materia di vincolo sportivo che possono sorgere tra atleti e società sportive. In particolare, in una vicenda affrontata dallo scrivente, un atleta minore richiedeva tramite i propri genitori il nulla osta alla società per la quale risultava tesserato al fine di trasferirsi al termine della stagione in corso in altro sodalizio sportivo. Dopo aver ritualmente trasmesso detta richiesta alla società sportiva ed informato il competente Comitato Regionale, di fronte al diniego espresso dalla società, i genitori erano costretti a rivolgersi ad un legale per presentare l’istanza dinanzi alla predetta Commissione, volta ad ottenere d’imperio il nulla osta.
Senza entrare nel merito della vicenda su menzionata, preme evidenziare il ruolo svolto dal Segretario di tale organismo. Difatti costui, anziché fissare l’udienza di discussione del ricorso e convocare l’organo – tra l’altro si sarebbe trattato del 1° procedimento sul territorio nazionale - preliminarmente si adoperava affinché le parti addivenissero ad una risoluzione bonaria della questione. Nel caso di specie il Segretario, assumendo le vesti di un vero e proprio conciliatore/mediatore, - senza non poche difficoltà – riusciva a far cambiare indirizzo ai dirigenti della società sportiva, i quali si dichiaravano disponibili a concedere il nulla osta a fronte del versamento del premio di addestramento[1].
Al di là del positivo epilogo di tale controversia – per la quale si ribadisce come non sia stato necessario riunire la Commissione Tesseramenti – preme evidenziare la possibilità di introduzione di metodi alternativi di risoluzione delle controversie in ambito sportivo con riguardo, in particolare, alle procedure di conciliazione e mediazione.
L'art. 1 del d.lgs. n. 28/2010 – in materia di mediazione civile e commerciale – richiama sia l’attività di mediazione, intesa quale “attività, comunque denominata, svolta da un terzo imparziale e finalizzata ad assistere due o più soggetti sia nella ricerca di un accordo amichevole per la composizione di una controversia, sia nella formulazione di una proposta per la risoluzione della stessa”; che quella di conciliazione intesa quale “composizione di una controversia a seguito dello svolgimento della mediazione”[2].
Si tratta di procedimenti flessibili che possono presentare indubbi vantaggi rispetto alle forme di risoluzione classiche dei conflitti che impongono uno svolgimento formale del contenzioso[3]. Le caratteristiche di tali sistemi possono rinvenirsi nella maggiore celerità, nei minori costi e, in particolare, nello svolgimento del procedimento in un contesto meno formale e più personale tra le parti[4]. Tali strumenti potrebbero risultare efficaci per dirimere le controversie in materia di tesseramento e nello specifico quelle aventi ad oggetto la concessione del nulla osta, considerato che il vincolo porta in concreto a limitazioni anche forti sulle scelte future (soprattutto se si tratta di atleti minori). Nel corso degli ultimi anni ed anche recentemente[5] è stato richiesto da più parti un intervento legislativo che apporti una nuova disciplina in materia di vincolo sportivo per gli atleti dilettanti e giovani.
L’esigenza di "contrattualizzare" e “mercificare” il rapporto che si instaura tra il sodalizio sportivo e l’atleta dilettante – tramite l’atto di tesseramento - deve senza dubbio soccombere dinanzi all'affermazione del ruolo sociale ed educativo dello sport di cui all'art. 165 del Trattato di Lisbona, nonché ai principi ed alle regole dell'Unione Europea, destinata a fare propri gli obiettivi ed i programmi indicati dalle linee-guida elaborate con il "Libro bianco sullo sport".
Pertanto, dinanzi all’inerzia nella ricerca di soluzioni legislative più flessibili e più rispettose della libertà individuale dei singoli atleti dilettanti (soprattutto se giovani), le singole Federazioni sportive potrebbero almeno dotarsi in via sperimentale di un unico organismo di mediazione/conciliazione a livello regionale, competente per tutte le discipline sportive, volto a dirimere le questioni che sorgono in materia di tesseramento e nello specifico quelle aventi ad oggetto il rilascio del nulla osta. Altrimenti, altra soluzione potrebbe essere quella di prevedere, in via preliminare l’espletamento di un tentativo obbligatorio di conciliazione dinanzi ad un mediatore/conciliatore il cui ruolo può essere ricoperto da uno dei membri dell’organo Federale competente.[1] In merito al calcolo del premio di addestramento è intervenuto il Segretario Generale della Federciclismo stabilendo che “come previsto dagli artt. 29 e ss. dell’allegato Regolamento Tecnico dell’attività fuoristrada, la durata della stagione agonistica comprende il periodo 1° gennaio — 31 dicembre ad eccezione del ciclocross la cui attività è disciplinata dalla normativa UCI. Secondo quanto previsto dalle norme federali l’attività agonistica ciclocross 2013 ha avuto inizio in data 1° novembre 2012. Per tale ragione i punti guadagnati dall’atleta XXXXXX nel corso dei mesi di novembre e dicembre 2012 devono essere conteggiati, ai fini del calcolo dei punti di valorizzazione, tra quelli ottenuti nell’anno solare 2013 a favore della società per la quale l’atleta risulta essere stata tesserata a seguito del prestito temporaneo”.[2] G. Liotta, “Tutela della persona, rimedi alternativi e giustizia sportiva”, in Journal of Sport Sciences and Law (Rivista della Facoltà di Scienze Motorie), pp. 19-29, ISSN: 1974-4331[3] G. Martinelli, F. Romei, E. Russo “l’Ordinamento Sportivo” 2012[4] Buhring – Uhle “Arbitration and Mediation in International Business”, The Hauge-London Boston, 1996, riportata da l. Fumagalli in “La risoluzione delle controversie sportive. Metodi giurisdizionali, arbitrali ed altri di composizione, in Profili Evolutivi di diritto sportivo, 1999[5]"Liberi di giocare", campagna dell'Associazione Calciatori per l'abolizione del vincolo sportivo nei dilettanti presentata il 06.10.2013