Il Ministero degli Esteri italiano, si apprende dal comunicato stampa, avrebbe inoltre informato il 29 dicembre 2011 il Direttore generale dell’UE, Mario Bova, della rinuncia dell’Italia al regime transitorio per i cittadini romeni. Le autorità italiane, si apprende sempre dal comunicato, hanno specificato come “il gesto italiano sia improntato verso il principio della libera circolazione dei lavoratori all’interno dell’Unione Europea e come sia un segnale politico concreto di amicizia con la Romania”.Il regime transitorio della durata di un anno, necessario per poter liberalizzare completamente l’accesso al lavoro subordinato dei cittadini provenienti dalla Romania e dalla Bulgaria, era stato istituito dal governo italiano a partire dal 1 gennaio 2007, quando i due Paesi erano entrati a far parte dell’UE.
Il predetto regime transitorio prevedeva un moratoria, con conseguente apertura immediata, nei seguenti settori:
- agricolo e turistico alberghiero;
- lavoro domestico e di assistenza alla persona;
- edilizio;
- metalmeccanico;
- dirigenziale e altamente qualificato;
- lavoro stagionale.
Per tutti i settori non citati nell’elenco, era necessario richiedere il nulla osta allo Sportello Unico per l’immigrazione per poter procedere all’assunzione di lavoratori romeni e bulgari.
A partire dal 1 gennaio 2012, e con l’abolizione della moratoria, i cittadini romeni e bulgari possono essere assunti con qualsiasi contratto senza dover richiedere il preventivo Nulla Osta allo Sportello Unico per l’immigrazione: è dunque sufficiente effettuare le ordinarie comunicazioni ai Centri per l’impiego ed ai competenti Enti previdenziali e assistenziali.
La decisione presa dal governo italiano riflette inoltre le recenti posizioni delle Istituzioni europee, ultime la Risoluzione del Parlamento Europeo sulla libertà di circolazione dei lavoratori all’interno dell’Unione Europea, adottata il 15 dicembre 2011 e la Relazione della Commissione Europea del 11 novembre 2011 sul funzionamento disposizioni transitorie sulla libera circolazione dei lavoratori provenienti dalla Romania.
In questi documenti si auspica che la mobilità dei lavoratori all’interno dell’UE non sia interpretata come una minaccia per i mercati del lavoro negli Stati membri ma al contrario sia riconosciuto il ruolo importante che questi lavoratori svolgono per l’economia del Paese ospitante.
L’Ambasciata romena a Roma si compiace di questa decisione “prova dell’eccellente livello di cooperazione tra i 2 paesi negli ultimi tre anni” e ringrazia il governo italiano per il gesto di apertura nei confronti dei cittadini romeni in Italia, “soprattutto nel contesto delle sfide derivanti dalla crisi economica”.