Ogni pratica è per me occasione di studio e approfondimento.
Non sempre tutte le informazioni apprese nella preparazione di un parere o di un atto tornano subito utili, magari per la specificità del caso concreto o per volontà della parte, che decide di seguire un percorso alternativo, ma penso che il tempo dedicato allo studio non sia mai sprecato.
Spesso però quanto studiato “a vuoto” torna poi utile - anche a distanza di mesi o anni – e con soddisfazione!

Così, appunto, recentemente mi è capitato di riesumare nozioni acquisite qualche annetto fa in tema di commercio elettronico, con particolare attenzione alla risoluzione delle controversie fra consumatori e professionisti in ambito comunitario.

Non voglio annoiare nessuno parlando delle motivazioni che hanno spinto il Legislatore nazionale e comunitario a puntare sui sistemi di risoluzione alternativa delle controversie (ADR), soprattutto in tema di consumatori, né – tanto meno – sull’importanza nel mondo contemporaneo del commercio elettronico.
Sono dati di fatto e non sta sicuramente a me discuterne, eviscerarne le cause o limitarmi a riportare tesi altrui.

Mi fa piacere però ricordare il sistema di ODR (online dispute resolution) delineato dal Regolamento UE n. 524/2013, divenuto pienamente operativo dal 09.01.2016.

Si tratta di una opportunità da sfruttare ogniqualvolta vi sia la volontà di trovare una soluzione stragiudiziale a controversie “digitali”, fra consumatore e professionista, in tempi brevi e con costi contenuti, fermo restando il diritto delle parti di accedere al sistema giudiziario per la trattazione delle stesse.

Scopo dichiarato del Regolamento è quello di istituire una piattaforma di ODR operante all’interno dell’Unione Europea, che si potrebbe definire “un sito web interattivo che offre un unico punto di accesso per consumatori e professionisti che desiderano risolvere in ambito extragiudiziale le controversie derivanti da operazioni online” attraverso l’intervento di un organismo ADR inserito in un apposito elenco.

È l’art. 1 del Regolamento ad esprimere questa volontà di istituire una piattaforma online volta ad agevolare la risoluzione extragiudiziale indipendente, imparziale, trasparente, efficace, rapida ed equa delle controversie online fra consumatori e professionisti.

Non tutte le controversie sono tuttavia suscettibili di essere risolte attraverso questo sistema, che si limita infatti a quelle aventi ad oggetto obbligazioni contrattuali derivanti da contratti di vendita o di servizi online tra un consumatore residente nell’Unione e un professionista stabilito nell’Unione.
Si potrà utilizzare la piattaforma ODR, per esempio, nel caso in cui un consumatore abbia effettuato un ordine (di beni o servizi) attraverso il sito web del professionista o mediante altri mezzi elettronici.

Come si può intuire si tratta di attività che ognuno di noi sperimenta, se non quotidianamente, con una frequenza tale da non poter lasciare indifferente né il Legislatore, né gli Avvocati.

Venendo poi al sodo, poiché navigando all’interno della piattaforma si trovano - esposte in modo chiaro e con un’interfaccia molto fruibile - tutte le informazioni necessarie per la proposizione di un reclamo ai sensi dell’art. 8 del Regolamento n. 524/2013, non resta che visitare la pagina: https://ec.europa.eu/consumers/odr/main/?event=main.home.show