Sono ormai trascorsi più di 25 anni dalla comparsa, nel 1986, dei
primi virus per PC. Da allora, la natura delle minacce informatiche è
mutata in maniera decisamente marcata, in ragione delle evoluzioni
tecnologiche registratesi, della crescente diffusione dei computer in
aree sempre più vaste della società e del conseguente inarrestabile
aumento del numero di utenti. In qualsivoglia campo delle attività
umane, ogni nuova generazione suole appoggiarsi saldamente sulle
fondamenta gettate dalle generazioni precedenti, traendo preziosi insegnamenti
da quanto è stato realizzato in passato; vengono riapplicate
le tecniche rivelatesi vincenti ma, al tempo stesso, si cercano e si
esplorano nuovi sentieri del progresso. Purtroppo ciò si rivela valido
anche per coloro che creano codici maligni; in effetti, ogni nuova generazione
di autori di
malware ha sempre ridisegnato il panorama
delle minacce informatiche. Sino a pochi anni fa, virus ed altri programmi
maligni venivano utilizzati per condurre atti isolati di vandalismo
informatico, una sorta di personale manifestazione antisociale
mediante l’utilizzo di metodi all’epoca considerati “
hi-tech”. La
maggior parte dei virus si limitava solo ad infettare dischi rigidi o
programmi altrui. Ed il danno subito poteva essere classificato quale
mera perdita di dati, in quanto il virus unicamente cancellava o (meno
frequentemente) alterava i dati contenuti nei dischi infettati. Ma lo
scenario è mutato. Al giorno d’oggi la criminalità informatica è stata
promossa a problematica di primaria importanza e il
malware viene
concepito quale potente macchina per far soldi illegalmente. Uno dei
fattori chiave che hanno prodotto tale cambiamento è costituito dal
processo evolutivo registratosi nel World Wide Web. Aziende ed u
tenti privati fanno attualmente affidamento ad Internet in maniera
sempre più assidua e consistente, cosicché il numero delle transazioni
finanziarie espletate sul Web risulta essere in perenne crescita. Il
mondounderground della criminalità informatica, poi, ha rapidamente
compreso come la stesura di “codici maligni” possa di fatto
aprire la strada ad enormi opportunità per la realizzazione di elevati
guadagni; molte delle minacce telematiche attualmente esistenti vengono
così “scritte” su ordinazione, o vengono espressamente sviluppate
per essere poi vendute ad altri malintenzionati. Il crimine è ormai
un fenomeno connaturato alla società moderna e tocca quasi ogni
aspetto della nostra vita. Non vi è quindi affatto da stupirsi che
l’uso della tecnologia informatica abbia poi come contraltare l’abuso,
che viene perpetrato in termini illeciti nei confronti di quest’ultima: i
due fenomeni si sono sviluppati in parallelo. Per di più, visto che un
numero sempre crescente di aspetti della nostra vita è ormai legato in
maniera imprescindibile all’utilizzo del computer, vengono a crearsi
per i criminali sempre maggiori opportunità di ricorrere alle tecnologie
informatiche. Di fronte a qualsivoglia tipologia criminosa, le istituzioni
giuridiche cercano sempre di fornire la risposta più adeguata,
onde prevenire il manifestarsi dei reati e punire coloro che li commettono.
Ciò significa, in primo luogo, legiferare nella maniera più
opportuna, in modo tale da poter confinare certe attività specifiche
nel campo dell’illegalità.