Di recente le autorità italiane si sono adeguate ai ripentivi cambiamenti del mondo finanziario ed hanno legiferato in materia di valute virtuali. La direttiva antiriciclaggio introdotta in Italia con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Italiana del Decreto Legislativo 25 maggio 2017, n. 90, entrata in vigore il 4 luglio 2017, produce effetti anche per chi opera con le “criptovalute” nel nostro paese. L'aspetto innovativo di questa legge è la definizione della figura del “Cambiavalute Virtuale” e nello stesso tempo ha reso gli “Exchanger” soggetti destinatari delle nuove normative antiriciclaggio.
Il Decreto Legislativo ha definito chi sono i prestatori di servizi relativi all'utilizzo di valuta virtuale: ogni persona fisica o giuridica che fornisce a terzi, a titolo professionale, servizi funzionali all'utilizzo, allo scambio, alla conservazione di valuta virtuale e alla loro conversione da ovvero in valute aventi corso legale (definizione all’art. 1 lettera ff).
Sempre nel decreto viene definita la valuta virtuale: la rappresentazione digitale di valore, non emessa da una banca centrale o da un'autorità pubblica, non necessariamente collegata a una valuta avente corso legale, utilizzata come mezzo di scambio per l'acquisto di beni e servizi e trasferita, archiviata e negoziata elettronicamente (definizione all’art. 1 lettera qq).
Sempre l’articolo 8-ter di nuova introduzione, ai fini dell'efficiente popolamento della sezione speciale di cui al comma 8-bis, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze sono stabilite le modalità e la tempistica con cui i prestatori di servizi relativi all'utilizzo di valuta virtuale sono tenuti a comunicare al Ministero dell'economia e delle finanze la propria operatività sul territorio nazionale. La comunicazione costituisce condizione essenziale per l'esercizio legale dell’attività da parte dei suddetti prestatori. Con il decreto di cui al presente comma sono stabilite forme di cooperazione tra il Ministero dell'economia e delle finanze e le forze di polizia, idonee ad interdire l'erogazione dei servizi relativi all'utilizzo di valuta virtuale da parte dei prestatori che non ottemperino all'obbligo di comunicazione.
La recente esigenza del legislatore di legiferare sul exchanger è stata dettata dal fatto che quest’ultimo, operando nel punto di connessione tra il mondo delle monete tradizionali e il mondo delle criptovalute (effettua lo scambio), entra in relazione con il mondo finanziario monetario abituale con le sue norme e regolamentazioni. Attualmente l’Italia risulta essere uno dei primi paesi europei che introduce la fisionomia del cambiavalute virtuale.