La segretaria confederale della Cgil con delega alle politiche dell'immigrazione, Vera Lamonica, ha dichiarato che "bisogna accogliere l'appello del Presidente Napolitano e mettere all'ordine del giorno del Parlamento la riforma della cittadinanza ed il suo riconoscimento immediato ai bambini nati o cresciuti in Italia". Si tratterebbe di un forte segnale di cambiamento e, secondo la dirigente sindacale, sarebbe del resto una svolta già matura come dimostrano Le numerose adesioni alla campagna in corso "L'Italia sono anch'io" Bisogna quindi abbandonare una politica dell'immigrazione di carattere persecutorio e fondata sulla paura per affermare "una nuova cultura dell'accoglienza ed adeguate politiche di integrazione". E' innegabile - spiega Lamonica - che l'Italia ha bisogno del lavoro degli immigrati che sono diventati una risorsa fondamentale per lo sviluppo la crescita del paese. Non solo, dagli immigrati arriva anche "un sostanziale contributo ai conti pubblici ed a quelli della previdenza; cui danno molto di più di quanto ricevono in termini di prestazioni, servizi, diritti, integrazione". Il riconoscimento della cittadinanza ai giovani figli degli immigrati - conclude Lamonica - è un modo per "rilanciare l'idea che l'Italia può ripartire e ricostruirsi, valorizzando le diversità e scommettendo su un nuovo paradigma di civiltà e di qualità della sua società". Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in una recente dichiarazione ha fatto presente di essere convinto che "i bambini e i ragazzi venuti con l'immigrazione facciano parte  integrante  dell'Italia  di  oggi  e  di domani, e rappresentino una grande  fonte  di  speranza e di energia. A tutti gli adulti e gli anziani il compito di realizzare questo futuro. dobbiamo essere fieri del fatto che, pur mantenendo un legame con le  origini,  essi  esprimano  la  volontà  di diventare italiani. Dobbiamo sentire una forte responsabilità e un preciso dovere di non deludere questa fede nell'Italia".
Inoltre nel recente incontro con la Nazionale Italiana prima della partita amichevole con l'Uruguay, il Presidente Napolitano ha dichiarato che "è opportuno tenere presente che i ragazzi di origine immigrata nella scuola e nella società sono non solo una sfida da affrontare, ma anche una fonte di stimoli fruttuosi, proprio perché provengono da culture diverse. E non deve preoccupare il fatto che la loro sia un'identità complessa, non necessariamente unica, esclusiva. Se noi desideriamo che i figli e persino i nipoti o pronipoti dei nostri cittadini emigrati all'estero mantengano un legame con l'Italia e si sentano in parte anche e ancora italiani, non possiamo chiedere invece ai ragazzi che hanno genitori nati in altri paesi di ignorare le proprie origini. L'importante - ha affermato - è che vogliano vivere in Italia e contribuire al benessere collettivo condividendo lingua, valori costituzionali, doveri civici e di legge del nostro paese".