Per autotutela si intende il potere della P.A. di rettificare o annullare un atto riconosciuto non corretto in una fase di riesame successiva, ponendo rimedio ad errori commessi ed evitando così al cittadino un ricorso davanti agli organi competenti. Le norme che hanno introdotto e regolano tale possibilità sono molteplici e, tra queste, si ricorda l'art. 29 nonies della legge 241/90.

Come si può chiederne l'applicazione ? Si prepara una lettera raccomandata con avviso di ricevimento in cui si indicheranno:

- i dati identificativi del ricorrente

- i dati identificativi dell'atto amministrativo che si ritiene errato

- la cronistoria dei fatti che hanno portato il ricorrente a fare domanda

- i motivi per cui si ritiene errato l'atto amministrativo.

Per dare maggiore incisività alla richiesta, si consiglia di inoltrarla non solo all'amministrazione che ha emesso l'atto che si ritiene errato, ma anche ad una serie di soggetti ad essa collegati:

- il superiore gerarchico del funzionario che ha emesso l'atto;

- il Ministro che sovrintende la P.A. che ha emesso l'atto;

- il responsabile del Dipartimento per la Funzione Pubblica;

- il dirigente della Corte dei Conti;

- il Ministro per la Famiglia (se interessabile)

- il Presidente della Repubblica.

Nel coinvolgere precisi soggetti, non si indichi l'ufficio in modo generico (es.: Ministero), ma scriva nome e cognome del dirigente o ministro, con l'aggiunta dell'acronimo "S.P.M." che sta per "Sue Proprie Mani". In questo modo, il soggetto è tenuto ad aprire e leggere di persona la lettera, evitando l'intermediazione di eventuali segretari.

I primi due soggetti sono logicamente coinvolgibili nel procedimento. Il Dipartimento per la Funzione Pubblica è molto sensibile alle problematiche connesse con una buona amministrazione e spesso invia ispezioni per verificarne il corretto andamento. La Corte dei Conti è sensibile alle spese che può inutilmente sopportare la P.A. e può anch'essa chiedere rapporti e disporre ispezioni. Il Ministero per la Famiglia può essere necessariamente coinvolto in questioni di ricongiungimento/coesione familiare. Il Presidente della Repubblica è sensibile a situazioni di burocrazia ed in grado di sollecitare positive conclusioni a vicende di dubbia legittimità amministrativa.

Il ricorso allo strumento dell'autotutela può essere più efficace di quanto si pensi: facilmente, tanto il Presidente della Repubblica quanto il Dipartimento della Funzione Pubblica comunicheranno il loro interessamento alle vicende descritte. D'altra parte, è innegabile il disappunto o fastidio che i funzionari coinvolti nei procedimenti da annullare o rettificare, proveranno per la diffusione dei loro errori ai massimi livelli istituzionali, nonchè per la necessità di dover relazionare e rispondere ad altre istituzioni, ed infine per aver dovuto (eventualmente) subire delle ispezioni.