Dopo la famosa sentenza Grilli ( n. 11504/2017), ed il notevole contrasto giurisprudenziale in ordine al riconoscimento ed alla conseguente quantificazione dell'assegno divorzile, la Corte di Cassazione interviene in materia a Sezioni Unite, con la pronuncia n. 18287, depositata l'11 luglio 2018.
La stessa ha ribadito innanzitutto la funzione assistenziale dell'assegno medesimo, cui deve, pertanto, attribuirsi una funzione perequativa e compensativa.
La Suprema Corte ha altresì precisato come, ai fini del riconoscimento dello stesso, vada adottato un criterio composito che tenga conto, oltre che della comparazione tra le situazioni reddituali delle parti, della durata del matrimonio, delle potenzialità lavorative e reddituali del richiedente e del contributo fornito dal medesimo alla formazione del patrimonio familiare e personale dell'altro.
Tale ultimo aspetto va tenuto in particolare rilievo poichè spesso una parte, rinunciando in tutto o in parte alle proprie aspettative lavorative e di carriera per dedicarsi ai bisogni della famiglia,   limita volutamente e di comune accordo con l'altro la propria potenzialità reddituale, favorendo quella dell'altro coniuge.
Ciò non può non essere considerato nell'assetto post matrimoniale, poichè crea uno squilibrio tra le posizioni dei coniugi che va necessariamente ristabilito, al fine di consentire ad entrambi di godere dei frutti di quanto costruito con l'apporto di entrambi, anche alla luce di un criterio cardine di equità e parità tra i coniugi.
Viene meno quindi il principio dell'autosufficienza economica qualora sia sussistente una sproporzione tra le situazioni reddituali delle parti, e venga data prova della circostanza che  l'una abbia contribuito, durante il rapporto di coniugio,  a mutuare la posizione sociale e reddituale dell'altra.
La Corte ribadisce poi qui l'importanza dell'esame caso per caso della vicenda matrimoniale, accantonando comunque il vecchio criterio del 'tenore di vita', e facendo leva sui principi di pari dignità e solidarietà che permeano l'unione tra i coniugi, anche il venir meno del vincolo.
La Sentenza, così strutturata, sicuramente delinea un sistema più equilibrato ed equo al fine di valutare il reale contributo di ciascun coniuge non solo alla vita familiare, ma anche alla strutturazione della posizione economica e sociale in favore dell'altro.