…Che facciamo litighiamo oppure ci capiamo?

E’ meglio mediare che litigiare

LA MEDIAZIONE FAMILIARE

La mediazione familiare è un procedimento volto a gestire e risolvere

il conflitto coniugale nella separazione e nel divorzio. Tuttavia, oggi si tende

ad includere nell’ambito della mediazione familiare anche procedimenti finalizzati alla

gestione e risoluzione di conflitti che non condurranno alla rottura

del legame coniugale. In questi casi, la mediazione può offrire uno spazio neutrale

in cui la coppia può confrontarsi per chiarire le reciproche posizioni, esporre i diversi

punti vista e incanalare il conflitto in una direzione costruttiva.,

la mediazione familiare può, estendersi fino

ad includere gli interventi nei casi di adozione, nei casi di conflitti tra genitori e bambini

in affido e nei casi di famiglie ricostituite.

La mediazione familiare nasce in America quando nel  1974  O. J. Coogler,

avvocato e consulente matrimoniale, apre ad Atlanta il primo servizio privato di

mediazione familiare.

In Europa la mediazione familiare ha cominciato a diffondersi negli anni Ottanta,

L’Unione Europea ha mostrato un crescente interesse per la mediazione familiare. Nel

1998, il Consiglio dei Ministri del Consiglio d’Europa ha formalmente adottato una disposizione,

redatta dal comitato europeo degli esperti in diritto di famiglia, con la quale si invitano tutti gli Stati membri dell’Unione a introdurre e promuovere la mediazione

familiare, nonché a incrementarla e rafforzarla ove già esistente.

In Italia, la mediazione familiare ha cominciato a diffondersi tra la fine degli anni Ottanta

e i primi anni Novanta. Diversi disegni di legge sono stati presentati con l’obiettivo di

incentivare e regolamentare le attività di mediazione familiare. In seguito all’introduzione della l. 54/2006,  l’affido condiviso dei figli costituisce ormai la regola.

Punto cardine della legge sull’affido condiviso affermatosi dopo anni di dibattiti parlamentari è il raggiungimento di una vera bigenitorialità, ovvero diritto dei figli a frequentare equilibratamente i due genitori e a ricevere da ognuno per la sua parte assistenza e cure comprensive di quelle economiche evitando di trasferire denaro da un genitore all’altro, con il primo che resta tagliato fuori ed il secondo investito di ogni responsabilità oltre che di tutt i poteri.

Le dinamiche culturali e sociali esistenti rappresentano il risultato di un atteggiamento culturale orientato all’individualismo che non fanno altro che avvallare e sviluppare delle dinamiche sociali che sono paradossalmente contro l’individuo e al conflitto, nel quale trovano spazio principalmente le dinamiche del giudizio (giusto-sbagliato e buono-cattivo, vincitore perdente).

I tentativi di risoluzione consensuale attraverso l’intervento di una figura professionale esterna alla coppia hanno permesso di raggiungere obiettivi importanti. Tale figura è rappresentata dal mediatore familiare, terzo imparziale rispetto alla coppia, il quale ha come obiettivo di sostenere la stessa durante la fase della separazione e del divorzio. Il mediatore familiare si propone come una risorsa volta a favorire la negoziazione di tutte quelle questioni relativa allla separazione, costruendo insieme soluzioni  che meglio rispondono alle esigenze di tutti i componenti del nucleo familiare. La coppia diventa protagonista nella gestione del proprio conflitto e può indirizzare ed indirizza le proprie risorse per trovare un dialogo il più possibile funzionale ai cambiamenti che si prospettano per tutta la famiglia.

La mediazione può riguardare diversi aspetti della vita familiare (la relazione di coppia,

gli stili di vita, l’educazione dei figli, le questioni patrimoniali e finanziarie, le relazioni con

parenti e conoscenti, etc.).

In mediazione si affrontano sia gli aspetti emotivi ( affidamento dei figli, continuità genitoriale, comunicazione della separazione al nucleo familiare ecc.) che quelli più strettamente materiali ( divisione dei beni, determinazione del contributo al mantenimento, assegnazione della casa coniugale ecc.).  Il tutto con il supporto del mediatore familiare che aiuta le persone affichè possano effettuare in prima persona scelte inerenti la propria vita in una dimensione meno conflittuale e più costruttiva, in un momento in cui sentimenti di frustrazione, rabbia e disillusione potrebbero prevalere.

La cronaca ci mette ormai quotidianamente in guardia sui pericoli collegati al disfacimento delle famiglie e sull’importanza di un intervento appropriato tendente al contenimento dei sentimenti e atteggiamenti negativi volti a perseguire la pacificazione e risoluzione del conflitto o comunque a risanare e rendere meno traumatica la crisi.