L'obbligazione al versamento degli assegni alimentari risponde al principio generale di solidarieta' familiare intercorrente, in caso di bisogno, tra i soggetti legati da vincoli di parentela, coniugio o affinita'. La problematica del pagamento dell'assegno alimentare si pone, in special modo, sia nei confonti dei figli che a seguito di crisi tra i coniugi le quali possono portare allo scioglimento del vincolo matrimoniale o alla  separazione. In tali casi, il coniuge che verte in stato di bisogno, ha il diritto a vedersi riconosciuto l'assegno alimentare e, nell'ipotesi di affidamento di figli, ad esso dovranno essere versati gli alimenti relativi ai figli. Trattasi di un'obbligazione personale inalienabile, pertanto non e' possibile cedere i crediti alimentari a terzi.
La determinazione dell'ammontare dell'obbligazione alimentare e' stabilita dal giudice, l'obbligo puo' anche essere adempiuto in natura sotto forma di prestazione del vitto e dell'alloggio.  
Il mancato adempimento dell'obbligazione alimentare comporta, di regola, delle responsabilita' sia di natura civile che penale. La responsabilita' di natura civile si traduce col fatto che il soggetto il quale non adempie alle predette obbligazioni e' passibile di procedure esecutive la cui realizzazione e' facilitata da diversi istituti disciplinati della normativa comunitaria le quali, di fatto, creano una procedura di riconoscimento del titolo esecutivo in tutti i paesi membri dell'Unione Europea che ha eliminato le lungaggini e le formalita' necessarie finalizzate ad eseguire un titolo esecutivo in un paese straniero. 
Il presente lavoro mira a delineare i tratti caratteristici dell'obbligazione a prestare gli alimenti nel sistema polacco, tematica che riguarda i molteplici cittadini italiani impegnati in una relazione matrimoniale con cittadini polacchi o aventi prole con questi ultimi. 

1. ALIMENTI E CREDITO ALIMENTARE NEL SISTEMA POLACCO
Verra' qui di seguito analizzata la disciplina dell'obbligazione alimentare facendo distinzione tra due particolari soggetti aventi diritto: il coniuge e i figli.
Nel sistema polacco il diritto di famiglia e' disciplinato dal Codice della Famiglia e delle Tutele (Kodeks rodzinny i opiekunczy) il quale:
- all'art. 128 disciplina in maniera generale l'obbligazione alimentare cosi' recitando „i parenti in linea retta e i fratelli hanno l'obbligo a prestare i mezzi di sostentamento e se necessario i mezzi per allevare, educare, istruire (obbligo alimentare)"
- all'art. 27 disciplina i rapporti tra i coniugi stabilendo che „entrambi i coniugi sono obbligati, ognuno in base alle proprie forze e possibilita' di guadagno e patrimoniali, a contribuire al soddisfacimento dei bisogni della famiglia che hanno costituito a seguito della loro unione. L'adempimento di tali obblighi puo' inoltre essere eseguito, in tutto o in parte, attraverso l'allevamento personale dei figli o la cura della casa comune.”
Dal combinato disposto dei predetti articoli deriva che l'obbligo alimentare nonche' gli obblighi nei confronti della famiglia possono essere adempiute sia attraverso il pagamento di una somma di denaro che attraverso una prestazione in natura comprensiva del lavoro personale. Presupposto dell'obbligo a prestare gli alimenti e' la situazione di bisogno che, ai sensi della normativa e giurisprudenza polacca, si intende come impossibilita' di soddisfare con i propri mezzi e le proprie forze le esigenze di mantenimento ragionevoli secondo i principi della convivenza sociale. 
a. L'obbligo alimentare nei confronti dei figli
Il diritto polacco prevede l'obbligazione alimentare tra consanguinei, pertanto quella dei genitori nei confronti dei figli. Pressuposto dell'obbligazione e' lo stato di bisogno dell'avente diritto che, nel caso di prole, si traduce o con la minore eta' o, se il figlio ha piu' di 18 anni, nell'ipotesi di scelta del figlio di intraprendere gli studi. Nell'ipotesi in cui il figlio non si impegna negli studi intrapresi (cioe' non supera gli esami secondo il piano di studi o non va avanti nel percorso di studi) decade dal beneficiare dell'assegno alimentare.  Ai figli  legittimi sono equiparati i figli adottati e i figli nati fuori dal matrimonio. 
b. L'obbligo nei confronti del coniuge
Ai sensi del predetto articolo 27 del Codice della Famiglie e delle Tutele, il coniuge e' obbligato a prestare gli alimenti a favore dell'altro coniuge in caso di bisogno. Una particolare ipotesi riguarda le situazioni di separazione e divorzio in cui, secondo il principio degli effetti ultrattivi del matrimonio, nel caso di addebito a uno dei coniugi delle cause che hanno portato al fallimento del matrimonio, nei confronti di quest'ultimo grava l'obbligo di mantenere il coniuge indipendentemente dallo stato di bisogno. Negli altri casi, in coniuge che versa in condizioni di bisogno ha il diritto a vedersi riconosciuti gli alimenti dall'ex coniuge in base alle condizioni patrimoniali e ai mezzi di quest'ultimo, a meno che non contragga nuovo matrimonio. 
L'obbligo agli alimenti cessa dopo 5 anni nel caso in cui obbligato sia l'ex coniuge al quale non siano state addebitate le cause del fallimento del matrimonio. Tale cessazione e' derogabile in presenza di situazioni eccezionali su richiesta dell'avente diritto, sara' in tal caso il giudice a stabilire il tempo di proroga del predetto termine. 
c. L'obbligo nei confronti della madre del figlio nato fuori dal matrimonio
Un ulteriore soggetto titolare del diritto agli alimenti e' la madre del bambino nato non in costanza di matrimonio. In tal caso il padre del bambino e' obbligato a provvedere al pagamento delle spese connesse al parto (visite ginecologiche, visite mediche, abbigliamento speciale per la gravidanza) che i costi di mantenimento della madre per i primi tre mesi successivi alla nascita del figlio. Su istanza della madre puo' essere richiesto al tribunale di accertare l'obbligo di provvedere al pagamento degli alimenti a suo favore nei confronti del padre per un periodo maggiore di tre mesi dalla nascita del figlio. 
d. L'ammontare dell'assegno alimentare

Per quanto riguarda la determinazione dell'ammontare dell'assegno alimentare, il tribunale tiene conto dei seguenti fattori:
- necessita' ragionevoli degli aventi diritto;
- possibilita' patrimoniali e finanziarie della persona obbligata.
L'accertamento delle necessita' degli aventi diritto viene determinato attraverso la documentazione probatoria che viene presentata al tribunale dalle parti (avente diritto e obbligato) nonche' all'attivita' di accertamento posta in essere dallo stesso organo giudicante (escussione delle parti, intimazione alla presentazione delle dichiararazioni dei redditi ecc.). Le necessita' dell'avente diritto non sono solamente di carattere materiale, ma anche di tipo culturale e spirituale, nel caso di minori comprendono inoltre i costi di educazione. Secondo la prassi dei tribunali polacchi, il minimo dell'ammontare dell'assegno alimentare a favore del figlio minore e' pari a 500 zloty (circa 125 euro) al mese che viene riconosciuto indipendentemente dalle possibilita' finanziarie e patrimoniali dell'obbligato cio' in forza del generale e piu' forte principio di solidarieta' familiare a favore del figlio minore che tiene conto non del reddito effettivo dell'obbligato, bensi' della possibilita' di produrre reddito se sfruttasse in modo pieno ed efficace le proprie possibilita' di guadagno. Per quanto concerne l'ammontare dell'assegno alimentare nei confronti di soggetti diversi del figlio minore (coniuge in primo luogo) e' indispensabile che in sede processuale sia l'avente diritto che l'obbligato motivino nel modo piu' preciso e veritiero possibile la loro richiesta (attraverso la proposizione di fatture di spese precise e motivate, abbonamenti, bollette di utenze, spese mediche, contratti di mutuo e prestito ecc.). 
Nel caso di mutamenteo delle circostanze, puo' essere richiesto al tribunale in ogni momento di modificare l'ammontare dell'assegno alimentare. 
2. LA COMPETENZA DEL GIUDICE POLACCO E L'APPLICABILITA' DEL DIRITTO POLACCO
La legge del 12 novembre del 1965 sul diritto internazionale privato disciplina la questione del diritto applicabile, inoltre viene applicata la Convenzione dell'Aia sul diritto applicabile alle obbligazioni alimentari del 2 ottobre 1973. Se la predetta convenzione o gli accordi bilaterali non dispongono diversamente, la legge applicabile e' quella del soggetto avente diritto, pertanto si applica la legge polacca nel caso di avente diritto cittadino polacco. Poiche' vige il criterio di collegamento della nazionalita' dell'avente diritto, inifluente e' il luogo di residenza o domicilio delle parti.
3. MODALITA' DI ADEMPIMENTO DELL'OBBLIGAZIONE ALIMENTARE
Il soggetto obbligato ad adempiere all'obbligazione alimentare puo' provvedervi:
- attraverso l'esecuzione volontaria;
- attraverso un'accordo con la parte avente diritto;
- in forza di un titolo ottenuto a seguito di domanda giudiziale nell'ipotesi in cui il soggetto obbligato non adempia.
E' importante sottolinare in questa sede il fatto che, ai sensi del regolamento CE n. 44/2001 del Consiglio del 22 dicembre 2000 concernente la competenza giurisdizionale, il riconoscimento e l'esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale e in particolare dell'art. 38 „le decisioni emesse in uno Stato membro e ivi esecutive sono eseguite in un altro Stato membro dopo essere dichiarate esecutive su istanza della parte interessata” cio' si traduce col fatto che, i provvedimenti definitivi in un Paese membro, possono essere eseguiti in un altro Paese membro in maniera pressoche' automatica. 
4. RESPONSABILITA' DERIVANTE DAL MANCATO ADEMPIMENTO DELL'OBBLIGO ALIMENTARE
In primo luogo, il mancato pagamento degli alimenti puo' comportare per l'obbligato la sottoposizione a un procedimento esecutivo che puo' essere intentato sia su istanza dell'avente diritto che anche d'ufficio (su iniziativa del tribunale di primo grado che ha esesso decisione sull'ammontare degli alimenti). Il procedimento esecutivo puo' giungere (nel caso di mancato previo pagamento) al pignoramento dello stipendio o della pensione dell'obbligato. Inoltre da tale mancato adempimento deriva anche una responsabilita' di tipo penale punita con la multa o la limitazione della liberta' o la reclusione fino a due anni. 
CONCLUSIONI
La sempre maggiore mobilita' che caratterizza, in particolar modo, gli spostamenti di persone all'interno del Paesi dell'Unione Europea nonche' il volume sempre maggiore degli interscambi tra Polonia e Italia, porta a un sempre crescente numero di coppie di cittadini italiani e polacchi con relativa crescita della prole concepita da esse. Cio' si traduce col fatto che sempre maggiore e' il numero di cittadini italiani coinvolti nelle questioni relative all'accertamento e successivo adempimento dell'obbligo alimentare in favore o dell'ex coniuge o dei figli. Il suggerimento di cui si deve tener conto e' quello di farsi assistere da un professionista specializzato in diritto di famiglia per questo tipo di questioni il quale possa al meglio rappresentare la persona titolare del diritto degli alimenti o obbligata alla prestazione dell'assegno alimentare attraverso un'operato di ricostruzione delle esigenze o delle possibilita' finanziarie delle persone interessate veritiero, motivato e congruo alle necessita' dei soggetti. Inoltre, nel caso di procedimenti che riguardano soggetti di diverse nazionalita', l'operato del professionista deve, in primo luogo, verificare il rispetto del principio del contraddittorio e delle garanzie processuali nei confronti di soggetti stranieri che, per il loro particolare status, si trovano in una situazione di „debolezza” derivante dalla mancanza della conoscenza della lingue e del diritto del paese in cui si trovano a partecipare a un procedimento giudiziario. 

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