Separarsi…quanto costa! Soprattutto se si riveste il ruolo del marito… Ma la giustizia è davvero uguale per tutti? Forse non è sempre così. Nelle separazioni, ad esempio, la parità non sembra venga garantita all’uomo; la donna titolare di una “capacità superiore” di “gestire’ i figli, l’uomo, spesso considerato fedifrago o violento, svilito nel ruolo di padre a quello di un bancomat, con indescrivibili difficoltà nell’incontrare i figli, e nel tenerli con sé per tempi adeguati. Insomma la casistica giudiziaria che colpisce gli uomini è variegata e talvolta paradossale.Di questa situazione ne dà conferma il legale Rosa Di Caprio, avvocato matrimonialista napoletano, che da anni assume soprattutto difese di mariti/padri nei processi per separazione. “Garantire un’equità nelle decisioni sulle crisi familiari significa prima di tutto tutelare i figli — afferma la Di Caprio a retenews24 — Purtroppo si decide spesso sulla base di un esame sommario, con epiloghi quasi sempre scontati”. I dati parlano chiaro. Nella maggior parte dei casi, il giudice dispone il collocamento dei figli presso la madre, il padre deve abbandonare la casa coniugale, anche se di sua esclusiva proprietà. “Anche per le misure economiche non si prevede una casistica differenziata, non importa se sei un cassaintegrato e tua moglie ha triplo reddito — denuncia l’avvocato — . Non è errato parlare di nuovi poveri. Molti padri finiscono sul lastrico. Quelli che possono ritornano dai loro genitori, con difficoltà ad esercitare il loro diritto ad essere padre”. Sì, perché anche l’affido condiviso sembra essere nella realizzazione pratica una chimera. “I giudici concedono il condiviso solo formalmente, — spiega ancora la Di Caprio — perché i contenuti dei provvedimenti, ossia il diritto di visita con i figli e l’assegno sono ancora quelli dell’affidamento esclusivo. Anzi, spesso, gli incontri con i figli diventano arma di ricatto per il versamento dell’assegno, ed alle problematiche economiche ed emotive si aggiungono quelle di salute”. A quanto pare, quindi a subire maggiori conseguenze dalla rottura del matrimonio, sono in maggior parte gli uomini, che possono addirittura sviluppare attacchi di ansia e depressione, soprattutto legati alla minaccia: “tuo figlio non lo vedi più”. “E’ importante — suggerisce ancora il legale — saper proporre al giudice e battersi affinché si adottino modalità nuove ed alternative nei provvedimenti di separazione, per consentire una giustizia equilibrata, una dignità di vita e di ruoli per entrambi i coniugi”.